E anche la fine di quest’anno è arrivata. E, come da rituale, porteremo con noi una serie di cose che dovranno far parte del nostro presente (e quindi del futuro) e, al contrario, saremo pronti e pronte a buttar via dalle finestre della nostra vita tutta una serie di episodi, di eventi e di cose che non ci rappresentano più o che non hanno mai fatto parte di noi. Noi della redazione di Gaypost.it abbiamo fatto la nostra personale lista, con cinque cose a cui non rinunceremmo per nulla al mondo e altre cinque, invece, che lasceremmo volentieri alle cose da dimenticare.
2. I riconoscimenti dei bambini e delle bambine arcobaleno. E anche il riconoscimento delle loro famiglie. Perché è famiglia il luogo in cui gli affetti si realizzano e in cui chiunque viene accolto con gioia, senso di responsabilità e amore. A prescindere da come si viene al mondo.
3. La gente che corona il proprio sogno d’amore. Non importa come. Non importa se ci si sposa all’estero, se si sigla un’unione civile o si decide di andare a convivere. L’importante è realizzare un progetto di vita insieme, senza il giudizio degli altri. Certo, sarebbe preferibile poter scegliere davvero e aver anche il matrimonio, ma la lotta è ancora lunga, giusto?
5. I passi in avanti fatti, come abbiamo già detto altrove. Sempre troppo pochi, rispetto a quelli che restano ancora da fare. Ma un passo alla volta, si arriva lontano.
1. Il decreto Pillon e il ministro Fontana. Che, se vogliamo, sono solo un paio di esempi di tutto l’egoismo e di tutto ciò che non va nell’Italia di oggi. Ma prendersela con le donne, con i bambini e con le famiglie arcobaleno è qualcosa che nemmeno il peggiore dei cattivi di una fiaba riuscirebbe a fare. Loro due, invece, sì. E, purtroppo, sono reali.
2. Le navi lasciate alla deriva. Perché non è bello sapere che, anche adesso, ci sono migliaia di persone che lasciano le loro case – forse anche perché la casa non ce l’hanno più, tra guerre e distruzioni – e che non hanno nessun porto che li accolga. In certe culture si direbbe che “non è cristiano”. Per noi è semplicemente disumano.
3. I femminicidi e la violenza sulle donne. Al primo dicembre, il numero delle donne uccise da mariti e compagni, ex o meno, era di una ogni settantadue ore. E la cronaca, purtroppo, ha aggiornato il dato, negli ultimi giorni. A tutto questo è ora di dire basta. Basta, basta, basta!
4. I selfie di Salvini e i tweet di Giorgia Meloni. Che tra cibi improponibili, pane e nutella, cous cous, presepi e gatti tenuti in ostaggio e tutto il tempo passato sui social, si ha la sgradevole sensazione che questi due tutto facciano, fuorché fare quello per cui sono pagati: politica. Seria, possibilmente.
E voi cosa salvereste di questo 2018 che sta finendo e cosa lascereste volentieri andar via? Nell’attesa che quest’anno volga al termine, non ci resta che augurare a tutti e tutte voi un’allegra serata per festeggiare, un buon inizio e un felice 2019!
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