E anche quest’anno, come da nostra tradizione, vogliamo consigliarvi cinque libri da regalare. Tutti insieme, o uno alla volta, secondo il vostro gusto, la vostra sensibilità e secondo quello che è il genere letterario che preferite. Anche stavolta abbiamo privilegiato titoli e generi tra i più vari, dalla saggistica alla poesia, scegliendo sia studiosi e studiose, sia i nomi più conosciuti della letteratura italiana e internazionale, sia gli esordienti. Perché l’arte – anche quella letteraria – è la dimostrazione che una vita sola non basta. E noi, aprendo un libro, abbiamo la fortuna di vivere più volte. E allora, ecco a voi i cinque titoli che abbiamo selezionato per voi.
E così, perde il suo nome, viene chiamata Difred – ovvero “di Fred” che appartiene a Fred – e subisce un rituale, ogni mese durante i giorni della fertilità, in cui è costretta a uno stupro per poter essere ingravidata. E come immaginerete, in quella società non si è particolarmente benevoli nei confronti di donne libere, lesbiche e gay e chiunque altro rifugga al concetto di norma. Come dite? Da noi questo non può succedere? Abbiamo davvero questa certezza?
E così, in Nata per te di Luca Mercadante e Luca Trapanese (Stile Libero – Einaudi, 2018) si racconta la storia di questo miracolo: di persone che si trovano, che si accolgono e che si adottano a vicenda. Una storia potente, che commuove e fa riflettere. E che ci offre, prima ancora di emozioni profonde e prima ancora di metterci di fronte a scelte imprescindibili, un dono grandissimo: il coraggio.
Quella del genere, insomma, si configura come «una chiave fondamentale per rileggere […] l’intero assetto della società e i rapporti di potere da cui la stessa è attraversata». Edito per Ombre Corte e pubblicato nel 2018, presenta i fondamentali contributi di Cristina Papa, Valeria Ribeiro Corossacz, Rita Laura Segato, Federico Zappino, Rosa Parisi, Maria Rosaria Marella.
«Ho imparato a mie spese la differenza tra vedere e guardare» dichiara Mariella, orgogliosa mamma di una ragazza trans «ora so che da sempre io vedevo mio figlio ma guardavo mia figlia». E in questo vedere c’è la consapevolezza di non essersi mai perse. Di aver percorso un pezzo di strada insieme – lungo quanto una vita intera – e di aver camminato mano nella mano. Perché non poteva non essere altrimenti. Un libro che parla di resilienza, coraggio e autodeterminazione.
Tale vortice di sentimenti ed emozioni si risolve, tuttavia, in un incedere poetico in cui la parola è musicalità e in cui il verso declina in armonia e brevità. Come fossero brevi pennellate che si fissano sulla coscienza, per ricordarci – come recitava uno slogan di quale anno fa – che love is love. A prescindere dalle parole che possiamo usare per descrivere certo sentimento e dei soggetti che lo vivono.
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