Vi avevamo detto che non ci saremmo fermati, neppure in questo momento di emergenza in cui la parola d’ordine – in ogni senso – è #restiamoacasa. Pensiamo, altresì, che un antidoto a questa situazione, che bella non è, sia proprio la bellezza. E nel nostro canone di bellezza rientra la lettura. La lettura di libri buoni e, naturalmente, belli. Perché la letteratura è un modo come un altro per vivere vite intere, pur rimanendo nella propria. E allora oggi, come è già successo altre volte, vogliamo proporvi una rosa di titoli tra i più vari: mettendo insieme saggistica, narrativa e poesia. Buona lettura, appunto.
«Come in un villaggio, la comunità di accoglienza è un microcosmo dove si fa esperienza concreta della diversità; attraverso la condivisione e la contaminazione reciproca si raggiunge il significato più basilare del termine integrare: aggiungere per completare». Da leggere, perché si aiutano sempre gli autori e le autrici emergenti. Ma non solo. Perché ci mette in contatto con un’umanità preziosa. E ne abbiamo un disperato bisogno.
I temi sono quei momenti di vita con cui tutti e tutte noi ci siamo dovuti confrontare: il coming out, l’accettazione familiare (con tutto ciò che implica l’affrontare il “comodo” nido della famiglia), il sesso vissuto come scoperta ed emozione… Tutte queste finestre narrative sono costantemente disturbate dai pensieri e dalle riflessioni dell’autore che rimandano ad altre storie e ad altri paesaggi dell’immaginazione che fanno da fondale alla storia. E si toccano i punti più caldi dell’agenda politica Lgbt+, quali la lotta al pregiudizio e all’omofobia. Un messaggio, insomma, che è vera e propria “favola arcobaleno”.
È vita in versi liberi, quella di Vivinetto. La vita nelle sue grammatiche di cambiamento, di dolore e rinascita, di identità che si schiude, come tutto ciò che è destinato a portare la sua esperienza nel mondo. «Un portato poetico universale e autentico, in cui l’esperienza personale si trasfigura per accogliere il vissuto di ciascuno, interrogando un vuoto in cui, a ben vedere, siamo sempre stati».
«Molti uomini sono soggetti a pesanti condizionamenti sociali, e il primo e forse più pesante di tutti è quello che li illude di essere fuori da ogni condizionamento» leggiamo sulla scheda di presentazione del libro. «Nel sistema educativo occidentale già ai bambini viene raccontato che nella vita possono fare tutto, essere ciò che vogliono, a patto di “credere nei propri sogni”, o espressioni simili» e in una società siffatta, ovvero «piena di desideri di successo e fondamentalmente agonistica, il rifiuto diventa qualcosa di estraneo, di non elaborabile: difficile non solo da subire, ma anche da agire». Gasparrini ci fornisce gli strumenti per disinnescare questa trappola.
Seguiamo, insieme a Madeline Miller, con La canzone di Achille pubblicato per Marsilio, «il cammino di due giovani, amici prima e poi amanti e infine anche compagni d’arme». L’autrice, insomma, recupera la piena umanità di «due giovani splendidi per gioventù e bellezza, destinati a concludere la loro vita sulla pianura troiana e a rimanere uniti per sempre con le ceneri mischiate in una sola, preziosissima urna». Una storia che promette di essere struggente e, come l’Iliade da cui è tratta liberamente, ugualmente destinata ad andare oltre la morte.
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