Oltre 50 mila persone ieri hanno partecipato al Palermo Pride, l’ultimo della stagione dei pride 2018. Una parata che ha parlato di diritti, come nella natura dei pride, e di orgoglio. Diritti non solo delle persone lgbt, ma anche dei migranti, delle donne e dei lavoratori.
Madrine della parata la fotografa Letizia Battaglia e Porpora Marcasciano, fondatrice del Mit e attivista trans di lungo corso.
In testa al corteo, come da tradizione, insieme agi attivisti e le attiviste del Coordinamento Palermo Pride c’era anche il sindaco Leoluca Orlando.
“Ormai da anni il Pride di Palermo non è più il ‘Gay pride’ – ha dichiarato Orlando -. Il Pride di Palermo è la festa dei diritti di tutti e di tutte, degli omosessuali, delle donne, dei bambini, dei migranti, degli anziani, dei lavoratori. Il Pride di Palermo è il la festa di tutti coloro che vivono a Palermo o che scelgono di vivere a Palermo”.
“Una festa che quest’anno assume un significato ancora più importante nel momento in cui, così come avvenne col fascismo e con il nazismo tanti anni fa, qualcuno comincia ad attaccare i diritti di alcuni ‘per scherzo’. Ieri Mussolini cominciò ‘per scherzo’ ad attaccare gli ebrei, oggi qualcuno attacca ‘per scherzo’ i migranti. Poi arrivarono, da Mussolini e Hitler, gli attacchi contro i rom, gli omosessuali, le persone con disabilità. Oggi siamo già in un’epoca pre-fascista in Italia e in Europa. Per questo essere al Pride è non solo giusto ma anche necessario”.
Durante il corteo, a quanto riporta la stampa locale, una donna è stata fermata dalla polizia e portata in questura. Le sarebbe stata contesta la distribuzione di volantini che contestavano il governo nazionale. “E’ stato un gravissimo atto repressivo – ha dichiarato il sindacato Slai-Cobas cui la donna è iscritta -. Gli agenti della Digos hanno strattonato malamente la donna che protestava per infilarla in macchina e da qui è nato un parapiglia”.
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