Franco Perrello non c’è più: la notizia è arrivata sui social, da parte del Coordinamento Torino Pride. Quindi è rimbalzata sui giornali, tra testate nazionali e locali, fino ai rispettivi siti. «Questa mattina Franco ci ha lasciato ma soprattutto ha lasciato, dopo 52 anni, il suo compagno Gianni» si legge sul profilo del coordinamento. «Loro sono stati la prima coppia torinese ad essere unita civilmente dalla Sindaca di Torino, Chiara Appendino. Ricorderemo tutti e tutte quel giorno tanto atteso. Siamo vicini e vicine a Gianni che ha perso il suo grande amore».
L’unione che ha commosso tutti
Abbiamo tutti e tutte sorriso, e forse ci siamo lasciati trasportare dalla commozione, al cospetto di una storia che ha percorso più di mezzo secolo: forse non possiamo nemmeno immaginare la forza occorsa per portare avanti un’unione che non ha avuto un percorso facilitato dall’esempio degli altri. Una storia d’amore, una relazione affettiva, una famiglia – vogliamo chiamare le cose con il loro nome? – che sono state da esempio, per tutti e tutte noi.
Abbiamo abbassato le armi delle nostre convinzioni politiche, circa le valutazioni sulla legge per le unioni civili, quando li abbiamo visti felici e radiosi il giorno del loro sì. Perché quello non poteva essere il momento della polemica. Non poteva e non doveva. Quel giorno di sei mesi fa aveva un unico significato: il rispetto per una vicenda di vita che ci ha insegnato molto su fatti come la speranza, la tenacia, la voglia di costruire, di andare avanti nonostante le diffidenze e il male del mondo.
Un profondo senso di gratitudine
Per tutte queste ragioni non possiamo che unirci idealmente attorno a Gianni, in abbraccio ricco di commozione. E per quello che rappresenta la loro unione, non possiamo che nutrire un profondo senso di gratitudine per la figura di Franco. La loro storia è un punto di riferimento, per ciò che può rappresentare, per la vigorosa forza politica che porta con sé, anche se forse in modo involontario.
La redazione di Gaypost.it, per tutte queste ragioni, si unisce al cordoglio nei confronti del compagno di Franco: la perdita della persona amata non necessita di molte parole e forse ne abbiamo usate troppe. Ma è tanto il senso di una vita che quell’esperienza, che quella storia, portano con sé. Di questo, ancora una volta grazie.