Si aspettano ancora le motivazioni, che arriveranno tra 60 giorni, ma la sentenza emessa ieri dal Tribunale di Bologna è tra quelle destinate a fare discutere.
Una coppia etero ricorsa alla gestazione per altri in Ucraina per avere un figlio è stata assolta “perché il fatto non costituisce reato”. A riportare la notizia è il Corriere della Sera.
Il contratto nel 2010
I due, 57 anni lui e 44 lei, nel 2010 hanno firmato un contratto con una donna di Kiev che si è impegnata a portare avanti la gravidanza per loro conto. Dopo l’impianto dell’ovocita fecondato con il seme del marito della coppia, nel 2012 è nato un bambino registrato all’anagrafe di Kiev come figlio della coppia italiana, come stabilito dalla legge ucraina sulla surrogazione.
La denuncia dalla segnalazione dell’Ambasciata
La coppia è stata denunciata dopo che l’Ambasciata italiana in Ucraina ha segnalato il caso al comune dove il piccolo è stato registrato e il comune stesso ha segnalato la cosa alla Procura.
Il reato ipotizzato era la violazione della legge 40/2004 sulla fecondazione eterologa. L’articolo 6 della legge, prevede infatti che “chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro”. Il Pm di Bologna aveva chiesto per la coppia il minimo della pena.
Per la difesa, la legge è poco chiara
Secondo la tesi difensiva, però, il comma in questione è poco chiaro. Una tesi che sarebbe corroborata dal fatto che negli ultimi anni sono stati presentati in Parlamento diversi disegni di legge che propongono di perseguire le coppie che ricorrono alla maternità surrogata all’estero. Se ne dedurrebbe che, attualmente, la gestazione per altri eseguita all’estero non sia perseguibile.
Come detto, le motivazioni della sentenza non sono ancora note, quindi non si può sapere se il Tribunale di Bologna abbia sposato interamente la tesi della difesa.
Assolti anche per l’alterazione di stato civile
La coppia e un ginecologo coinvolto nelle indagini ma poi risultato estraneo, sono stati anche assolti dal reato di “alterazione di stato civile”. Secondo l’accusa, i tre avrebbero contribuito a far registrare al comune del bolognese un certificato di nascita che riporta il falso. Ma l’atto di nascita del bambino rispetta la legge del Paese in cui il piccolo è nato, cioè l’Ucraina.