In un’intervista rilascia a Simone Alliva per l’Espresso, Monica Cirinnà non va tanto per il sottile nel giudizio all’ormai ex segretario del Pd Matteo Renzi. “È stato un bravo Presidente del Consiglio ma un pessimo Segretario del PD” dice la senatrice, riconosciuta da tutti come l’autrice della legge sulle unioni civili.
La corsa a tre per la segreteria
Nella battaglia per la successione alla segreteria del partito, Cirinnà appoggia la candidatura di Andrea Orlando, attuale ministro della Giustizia, candidato in netta opposizione a Renzi. Terzo concorrente, Michele Emiliano che però al primo traguardo, quello del voto dei circoli, è arrivato solo al 6 per cento delle preferenze contro il 26 di Orlando e il 68 del segretario dimissionario. Insieme a Monica Cirinnà, anche Sergio Lo Giudice appoggia il ministro ed è stato nominato referente dell’area diritti e della Squadra Arcobaleno, il drappello di persone lgbt (ma non solo) che ha firmato il documento sui diritti civili della mozione Orlando.
Cirinnà: “Non mi hanno ascoltata”
La senatrice Cirinnà lamenta di non essere stata ascoltata, dopo l’approvazione delle unioni civili. “Dopo l’ottenimento del primo parziale risultato sui diritti civili, personalmente non sono stata più ascoltata né coinvolta in nulla – dichiara la dem ad Alliva -. Tutto ciò che ho chiesto di poter fare non è stato fatto. Siamo fermi sullo ius soli, sul contrasto all’omofobia, su tutta la parte della questione delle pari opportunità.
Anche sul sostegno di quei bravi e coraggiosi governatori penso a Zingaretti, ad esempio nell’attuazione piena della 194 abbiamo il freno a mano tirato perché stiamo al governo con i fratelli coltelli del nuovo centro destra che alzano il prezzo sui diritti e sulla libertà delle persone”.
“I cattodem? Sono il passato”
Cirinnà auspica un partito che “parli di temi di sinistra, che parli ai lavoratori, ai ragazzi che cercano un futuro, ai pensionati ma che prima di parlare ascolti”. Ma come la mettiamo, per tornare ai diritti civili, con i cattodem? È quella la frangia di deputati e senatori del Pd che proprio durante la discussione sulle unioni civili, ha dato più filo da torcere, specialmente sulle stepchild adoption, poi saltate. “I nomi che ha fatto (Emma Fattorini e Rosa Maria Di Giorgi, ndr) sono il passato – assicura -. Stiamo andando verso il congresso del Partito Democratico e a breve andremo ad elezioni.
Sarà il nuovo parlamento, che io auspico sia fatto di persone laiche, libere, democratiche a dare l’ultima risposta in tema di uguaglianza cioè a dire tutte le coppie sono uguali tutte le famiglie sono uguali nel rispetto della costituzione. Le colleghe di cui lei ha fatto i nomi devono sapere che la costituzione viene prima delle loro appartenenze religiose”.
“Fermato il fiume dei diritti civili”
La delusione che l’ha spinta ad allontanarsi definitivamente da Renzi, nonostante la senatrice romana non sia mai stata una fedelissima al pari di altri, è lo stop che c’è stato nell’ultimo anno proprio sui diritti civili. “Dopo l’approvazione della legge sulle unioni civili – spiega – io mi aspettavo che il grande fiume dei diritti avesse rotto la riga e potesse riversare le sue acque di libertà verso tante persone che stanno aspettando. Ciò non è accaduto, guardi lo ius soli”.
“Un pessimo segretario”
Infine, il giudizio tranchant sulla segreteria, che però non chiude le porte ad un governo Renzi bis. “Renzi è stato un bravo Presidente del Consiglio, ma un pessimo Segretario del PD – è l’affondo di Cirinnà -. Il partito è un luogo di dialogo, inclusione, discussione ma soprattutto ascolto. Non puoi avere nemici tutti i sindacati, tutto il mondo della scuola ed etichettarli come gufi senza ascoltarli. Renzi non può fare il segretario del PD, forse potrà fare il premier ma questo si vedrà”.