Una battaglia che la presidente della Camera Laura Boldrini porta avanti, non senza difficoltà, attacchi e critiche, da quando si è insediata e che ora anche la ministra Fedeli porta avanti. È quella dell’uso del femminile nei titoli quando ci si rivolge ad una donna. Ministra, appunto, e non ministro, se si parla con Fedeli o con Madia, Lorenzin ecc.
Per questo, durante una conferenza stampa, la titolare del dicastero della Scuola e dell’Università ha ripreso un giornalista del Sole 24 Ore che le si è rivolto al maschile. “Posso dirle di chiamarmi ministra? O è troppo complicato?”. “Ministra, ha ragione, ministra” si corregge il giornalista. Ecco il video.
Per molti è un dettaglio, per alcuni addirittura fastidioso. C’è chi ha sostenuto che non sia italiano. Naturalmente ministra, avvocata, sindaca sono parole contemplate dall’italiano corretto. Semplicemente non ci siamo abituati perché sono ruoli tradizionalmente ricoperti dagli uomini. L’uso di un linguaggio corretto, però, e rispettoso del genere della persona a cui ci si rivolge è più importante di quanto si pensi. “Sindaca” implica che una donna può guidare una città, ad esempio. Continuare ad usare il maschile sottintende che quello rimane un ruolo maschile, incidentalmente ricoperto da una donna.