Il ministro degli Interni francese Matthias Fekl ha deciso di ricorrere in tribunale contro quelle che ha definito osservazioni «spregevoli e intollerabili» su Xavier Jugelé, il poliziotto ucciso sugli Champs-Elysées da un terrorista in un attentato rivendicato dall’Isis.
Incitamento all’odio perché gay
Proprio, ieri, nel giorno in cui la Francia si fermava per un tributo nazionale a Jugelé e il mondo si commuoveva per le parole del compagno, Fekl denunciava un utente che, con lo pseudonimo di Ernest Manhurin aveva insultato il gendarme morto con offese omofobiche. A confermare l’azione legale è stato il gabinetto del ministro a FranceTvInfo confermando quanto anticipato da L’Express.
«Matthias Fekl auspica che questi commenti vili e intollerabili non restino impuniti, ragione per la quale ha sporto denuncia al procuratore di Nanterre ai sensi dell’art. 40 del codice di procedura penale», ha detto a AFP il portavoce del ministero dell’Interno, Pierre-Henry Brandet.
L’accusa è di apologia di reato e incitamento all’odio e alla violenza basata sull’orientamento sessuale e si riferisce ai commenti pubblicati dall’utente su Facebook e Twitter il 22 aprile scorso, oltre che per un video pubblicato su YouTube.
Lo “sbirro frocio”
«Buone notizie – scriveva Ernest Manhurin -, lo sbirro assassinato ieri era in realtà una grossa Jacquette» (termine gergale e spregiativo per indicare l’orientamento del gendarme, ndt). Aggiungeva di sperare in una vittoria di Marine Le Pen «grazie al sacrificio di un “payday”» (giocando sul suono del termine inglese che, in francese, si pronuncia pedé, ovvero “frocio” ndt).
Questi attacchi omofobici erano già stati segnalati sulla piattaforma Pharos (Plateforme d’Harmonisation, d’Analyse, de Recoupement et d’Orientation des Signalements). Si tratta di un dispositivo che consente di segnalare i contenuti illeciti e i comportamenti estremi su Internet e, in caso, di procedere legalmente.
(Si ringrazia Irene Cannone per la consulenza linguistica)