La Serbia conferma la sua spinta progressista ed europeista: per la prima volta, infatti, nel Paese balcanico dove tuttora le tendenze omo-transfobiche sono storicamente forti e a volte violente, una donna dichiaratamente lesbica assumerà la guida del governo.
La scelta di Vucic, sulle orme del cambiamento
Il giovane presidente eletto (ed ormai ex premier) europeista e riformatore Aleksandar Vucic ha annnunciato di aver scelto Ana Brnabic, dall’estate scorsa già ministro della Funzione pubblica, quale sua erede alla guida dell’esecutivo. “Non è stata una decisione facile”, ha detto Vucic durante la conferenza stampa in cui ha annunciato la sua scelta, “ma sono convinto che Ana Brnasbic abbia le qualità e la preparazione per portare avanti il programma di governo, proseguire nelle riforme, progredire sulla strada dell’integrazione del nostro paese nell’Unione europea e continuare a migliorare l’immagine internazionale della Serbia”.
Un curriculum di tutto rispetto
Ana Brnabic, classe 1975, vanta un curriculum di tutto rispetto: nata a Belgrado, ha conseguito il dottorato all’università di Hull nel Regno Unito. Prima di entrare nel governo presieduto allora da Vucic, era stata chiamata dal leader a guidare un’associazione mista composta da rappresentanti di governo, parti sociali e società civile, la Naled, che dal 2006 ha l’incarico di creare le migliori condizioni possibili per le riforme e la modernizzazione della Serbia. Nonostante le evidenti doti politiche, questa scelta fa notizia, sia per il fatto che premier della Serbia sarà una donna, sia per l’orientamento omosessuale non nascosto dalla politica, tanto che già ad agosto scorso, la sua nomina a ministra fece molto parlare.
La rinascita della Serbia
sarà dunque la prima persona Lgbt dichiarata in assoluto a guidare l’esecutivo del più importante paese dell’ex Jugoslavia, la Serbia appunto, che sotto la leadership di Vucic sta attuando grandi riforme, rilanciando l’economia, risanando i conti pubblici e procede a passo di marcia forzata nel negoziato per entrare nell’Unione europea.
L’omofobia, un problema ancora grave
In passato c’erano stati, prima dell’arrivo di Vucic al potere, clamorosi episodi di violenza omofoba nel paese. Durante il Gay Pride a Belgrado nel 2010, ad esempio gruppi misti di violenti nostalgici del dittatore nazionalista e slavofilo Slobodan Milosevic e di sciovinisti di estrema destra avevano attaccato e pestato a sangue i dimostranti e la polizia che cercava di difendere questi ultimi. Il bilancio fu molto grave, di oltre 150 feriti. Nell’era del premier (ora Presidente) Vucic, invece, i cortei del gay pride si sono svolti senza incidenti. La nomina di Ana Brnabic contrasta con altre scelte in diverse parti dell’ex Jugoslavia ed è l’ennesimo ottimo segnale di europeismo e di volontà progressista della Serbia.