Ricordate don Livio Fanzaga? Conduce una trasmissione su Radio Maria, di cui, fino a giugno 2016, era anche direttore. O meglio, conduceva. Perché l’Ordine dei Giornalisti della Lombardia lo ha sospeso per sei mesi. La ragione è presto detta: durante la puntata della sua trasmissione andata in onda il 3 febbraio del 2016 aveva offeso la senatrice Monica Cirinnà, paragonandola ad una prostituta e annunciando il suo funerale.
I fatti
Era il momento in cui la legge sulle unioni civili era in discussione al Senato e la discussione era accesissima. Durante la diretta di “Commento alla stampa”, don Livio disse: “Questa qui, Monica Cirinnà, mi sembra un po’ la donna dell’Apocalisse, la Babilonia, che adesso brinda prosecco, alla vittoria. Signora, arriverà anche il funerale, stia tranquilla. Glielo auguro il più lontano possibile, ma arriverà anche quello”. La senatrice rispose con ironia. Su Twitter scrisse: “Mo’ me lo segno” citando la celebre scena di “Non ci resta che piangere”.
L’apertura dell’indagine
Le frasi del prete giornalista suscitarono molto scalpore e l’Ordine dei Giornalisti decise di aprire un procedimento disciplinare a suo carico. L’accusa, avere violato l’articolo del Codice Deontologico secondo cui “nell’esercitare il diritto-dovere di cronaca, il giornalista è tenuto a rispettare il diritto della persona alla non discriminazione per razza, religione, opinioni politiche, sesso, condizioni personali, fisiche o mentali”.
A niente valse la memoria difensiva nella quale il prete ha presentato le interviste rilasciate ad altre testate in cui tenta di rimediare a quell’infelice uscita e in cui spiega che “da parte mia non vi è stata nessuna intenzione di offendere o di discriminare e confermo il mio rispetto per la Senatrice Cirinnà e per il ruolo istituzionale che ricopre”.
Il provvedimento di sospensione
Nel provvedimento di sospensione, il Consiglio di Disciplina Territoriale scrive che “le spiegazioni fornite dal Fanzaga sono prive di qualsiasi fondamento perché le frasi pronunciate nel corso della trasmissione radiofonica riguardavano senza dubbio la senatrice Cirinnà colpevole – ad avviso del sacerdote – di avere espresso opinioni morali e politiche diverse da quelle da lui professate”.
Comportamento grave
Per queste ragioni, secondo il Consiglio, “le giustificazioni del direttore di Radio Maria non possono essere accolte”. “Le frasi pronunciate dal Fanzaga- spiega il provvedimento disciplinare – oltrepassano il diritto di critica e costituiscono grave offesa alla persona e al ruolo rivestito dalla Cirinnà, che pure il Fanzaga dichiara, ma solo formalmente, di voler rispettare”. Un comportamento che, secondo il dispositivo, non lascia dubbi. “La gravità di questo comportamento – si legge più avanti – è fuori discussione ed è tale da compromettere non solo la dignità della persona criticata, ma la dignità della professione giornalistica”.
Respinto anche il ricorso
Da qui la sospensione per sei mesi dall’esercizio della professione giornalistica. Il provvedimento risale all’8 giugno dello scorso anno e contro di esso don Livio aveva presentato ricorso chiedendo, e ottenendo, la sospensione della sanzione. Il ricorso però è stato respinto e i sei mesi di sospensione sono definitivi, ma sono già trascorsi. Sebbene la notizia sia emersa solo ora, infatti, il respingimento del ricorso è dello scorso 15 dicembre.