Alla viglia del quinto Perugia Pride Village, il comune del capoluogo umbro ha deciso di ritirare il patrocinio concesso. Secondo quanto riporta la stampa umbra, tutto sarebbe riconducibile alle polemiche dei giorni scorsi sulla locandina raffigurante una drag queen e considerata dalle destre una offesa ai credenti.
“Inevitabile procedere alla revoca”
“La provocatoria caricatura di un’immagine sacra (nella foto qui accanto, ndr) – scrive l’Amministrazione in una nota, secondo quanto riporta Umbria24 – per i credenti costituisce una drastica rottura di quegli irrinunciabili principi di rispetto dell’altro, nei quali tutti dovrebbero riconoscersi; compreso chi si è lasciato andare ad inaccettabili insulti omofobi e compreso chi, strumentalmente ed ancora provocatoriamente, si è scagliato in maniera offensiva contro l’Amministrazione Comunale. La vera laicità, giova ricordarlo, non passa dalla legalizzazione della denigrazione dei simboli religiosi altrui ma pretende che ognuno sia pienamente rispettato nella sua scelta di credente o di non credente. Diviene, perciò, inevitabile procedere con la revoca di quel Patrocinio. È un atto dovuto alla nostra Perugia”.
Un gesto che, secondo l’amministrazione guidata da Romizi, non deve essere inteso “come atto ostile”.
“Non si banalizzi l’immagine”
“Perugia – prosegue la nota del Comune – è una grande città, nella quale il pensiero differente è una ricchezza che ci sollecita tutti i giorni. Con questo spirito non può che essere interpretato il riconoscimento del patrocinio del Comune di Perugia alle più diverse manifestazioni di associazioni rappresentative del nostro dibattito civile”. “Cionondimeno – spiega ancora l’amministrazione -, non può essere banalizzata l’immagine, non rientrante nel materiale oggetto di patrocinio, con la quale, nei giorni scorsi, gli organizzatori del “Perugia Pride Village” hanno ritenuto di ricercare visibilità”.
“La revoca non è un atto ostile”
Infine il Comune tenta di smorzare sul nascere le inevitabili reazioni degli organizzatori del Perugia Pride Village. “A nessuno sia consentito interpretarlo quale atto ostile – continua la nota – nei confronti dell’associazione Omphalos e dei diritti che sostiene, chi cercherà di farne motivo di propaganda riuscirà solo ad avvilire ulteriormente le ragioni che afferma e nessuno esulti per questa revoca perché, pur doverosa, segnala una ferita nel nostro tessuto civile che dovremo essere tutti capaci di sanare al più presto”.
Omphalos: “Le motivazioni sono altre”
Per Omphalos, però, la revoca “sottende ben altre motivazioni”. Il riferimento è alla vicenda del piccolo Joan, il bambino figlio di due mamme perugine e nato in Spagna a cui il comune ha negato la trascrizione dell’atto di nascita. “Siamo sconcertati dalla decisione del Sindaco Andrea Romizi – commenta Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos – non pensavamo che il Comune di Perugia arrivasse a tanto”. “Siamo convinti – continua – che la locandina sia una mera scusa che copre anche il grande imbarazzo sul recente caso del piccolo Joan a cui il Comune di Perugia ha negato la trascrizione. Evidentemente abbiamo colpito un nervo scoperto dell’amministrazione comunale, che a parole si dice vicina a tutte e tutti, ma che nella realtà nei fatti si è dimostrata ostile alla comunità LGBTI tutta”.
“Quel simbolo oggi vale ancora di più”
Omphalos ricorda che sulla questione della locandina, l’associazione “aveva inviato una lunga nota in cui spiegava le motivazioni alla base della pubblicazione. Oggi, però, la vicenda del piccolo Joan è diventata di interesse nazionale dopo l’interrogazione presentata da quattro senatori del Pd. “Il fatto che il Patrocinio al Perugia Pride Village venga ritirato – insiste Bucaioni – è l’esatta dimostrazione di quello che il manifesto vuol fare emergere: un’amministrazione che ha di certo più a cuore l’indignazione per un simbolo legato alle “indecorose” persone LGBTI, che gli innegabili diritti di un bambino e di una comunità continuamente discriminata”. E nonostante l’invito del sindaco, l’associazione perugina parla di “giunta ostile”.
“Ci vogliono sobri e pacati, ma noi non ci stiamo”
“Ora è chiaro a tutta la città che a Palazzo dei Priori c’è una giunta nei fatti ostile alle battaglie e agli ideali di libertà e non discriminazione portati avanti da Omphalos e da una larga fetta di società civile – continua il presidente -. Siamo ancora più convinti che questa amministrazione sia inadeguata a guidare questa città e non accettiamo certo lezioni di laicità da chi ha abbandonato un bambino di 6 mesi in un altro paese senza documenti”. “Ci vogliono composti e poco rumorosi – conclude -. Vogliono le nostre manifestazioni e i nostri pride sobri e pacati. Ma noi non ci stiamo e mai ci staremo. Continueremo nel nostro lavoro di denuncia e di sensibilizzazione, anche senza il patrocinio del Comune di Perugia. Il Perugia Pride Village va avanti e ancora più forte che mai”.