Gli attivisti italiani, tra cui il presidente di Arcigay Flavio Romani, sono stati liberati dalla polizia russa alle ore 22.40 (ora italiana) dopo essere rimasti in fermo amministrativo dalle 15 di oggi pomeriggio.
Lo conferma a Gaypost.it lo stesso Romani, contattato telefonicamente. A tutti i fermati è stata comminata una sanzione di 3000 rubli (pari a circa 30 euro). La polizia ha contestato agli attivisti di stare svolgendo attività politica e “di propaganda” contrariamente a quanto consentito con il visto turistico di cui erano in possesso.
I fatti
Romani ed altri quattro attivisti di Antigone e A Buon Diritto si trovano in Russia per incontrare altre associazioni locali e monitorare la situazione dei diritti delle persone detenute. Durante la riunione, la polizia ha fatto irruzione a seguito di una segnalazione. Un uomo, che vive in una città a circa 200 chilometri da dove si svolgeva l’incontro, ha segnalato la loro presenza alla polizia, indicando con esattezza nomi e cognomi di tutti e chiedendo di verificare la legittimità della loro presenza sul territorio.
Il fermo
Dopo un primo controllo nella sede dell’incontro, la polizia ha trasferito tutti nella locale stazione dove sono stati trattenuti fino a poco fa. La motivazione era la verifica della conformità del visto alle attività che stavano svolgendo. Gli attivisti stanno tutti bene. “Ci hanno fatto firmare dei verbali con le nostre contestazioni” ha raccontato Romani a Gaypost.it. Non è ancora chiaro se domani continueranno le attività previste oppure no.
Soddisfazione del sottosegretario agli Esteri
In un tweet, Benedetto della Vedova, sottosegretario agli Esteri ha espresso soddisfazione per la liberazione dei cinque attivisti. “Felice per liberazione attivisti; grazie a #Farnesina per lavoro. Libertà, diritti, dialogo organizzazioni-militanti sono fondamentali”.