Rischia il licenziamento, Costantino Saporito, vigile del fuoco e sindacalista dell’USB, per avere partecipato in uniforme ad alcune manifestazioni tra cui il Roma Pride dello scorso 10 giugno. Come spiega lo stesso Costantino a Gaypost.it “la nostra non è una vera e propria divisa: è un DPI, dispositivo di protezione individuale, assolutamente paragonabile a quello in uso a qualsiasi organizzazione di protezione civile”.
I fatti
Quello che è successo è che venerdì scorso, Costantino Saporito ha ricevuto la seconda di due lettere in cui gli si contestava, appunto, la partecipazione al Pride capitolino durante il quale lui ed altri colleghi vigili del fuoco hanno marciato con gli abiti che indossano in servizio.
Le foto dei vigili del fuoco al Pride hanno fatto il giro dei social network perché, a differenza di altri paesi in cui tradizionalmente vigili del fuoco e forze dell’ordine marciano in divisa, questa era la prima volta che accadeva in Italia. Nella lettera si legge che “risultano diffusi rilievi fotografici che ritraggono l’uniforme di intervento dei vigili del fuoco indossata unitamente ad “accessori” che sono senz’altro da ritenersi lesivi della dignità con cui tutti i lavoratori del Corpo Nazionale sono esortati ad indossare l’uniforme di servizio”.
La contestazione, di base, è che, da regolamento, la partecipazione a manifestazioni pubbliche usando l’uniforme di servizio deve essere autorizzata “atteso che l’uso della stessa (l’uniforme, ndr) è riservato nelle ipotesi in cui l’Amministrazione, attraverso il personale di servizio prenda parte ad eventi in via istituzionale o quale soggetto promotore”. Così recita una circolare del 27 maggio 2017, pochi giorni dopo l’annuncio della presenza dell’USB alla parata romana.
Sarebbe il primo caso di licenziamento
Per il Capo Dipartimento, il prefetto Bruno Frattasi, e il Capo del Corpo, Saporito non avrebbe dovuto essere in piazza con l’uniforme, insomma. La somma delle contestazioni avanzate nelle due lettere, spiega il vigile del fuoco “arriva a paventare il licenziamento con preavviso: sarebbe la prima volta per un vigile del fuoco”.
La lettera cita anche un articolo del “Regolamento di servizio del Corpo nazionale dei vigili del fuoco” che secondo il sindacalista non ha niente a che fare con le contestazioni che gli vengono fatte. L’articolo 8 del dpr 64/2012, al comma 3, infatti, recita: “Il personale è tenuto ad avere cura dell’uniforme di servizio, in quanto la stessa costituisce elemento di dotazione individuale che, in relazione alla natura dei compiti istituzionali e del contesto ambientale e/o temporale in cui il personale opera, è funzionale alla sicurezza dell’operatore ed assicura l’immediata riconoscibilità della qualifica rivestita”.
Saporito: “Ci vogliono colpire come sindacato”
Al Roma Pride non c’era solo Saporito. La rappresentanza dell’USB dei Vigili del Fuoco era corposa: circa quaranta persone. Ma la contestazione è arrivata solo a lui.
“Dicono che hanno riconosciuto solo me da un’intervista rilasciata a Rai Tre” spiega.
Il vigile del fuoco non ha intenzione di cedere né si è pentito di avere partecipato al Pride. “Ci difenderemo – dice a Gaypost.it -. La verità è che si stanno attaccando al fumo della pipa perché noi come sindacato abbiamo contestato fortemente l’operato del governo. L’intenzione è quella di colpire i lavoratori e noi che ci siamo battuti e stiamo protestando contro la gestione dell’antincendio boschivo”.
Per Saporito è solo l’ennesimo allarme del fatto che “viviamo in uno stato di repressione: non possiamo batterci per un paese migliore, dovremmo rassegnarci allo stato delle cose”. E infatti la prima contestazione si riferisce alla presenza alla trasmissione televisiva Tagadà nella puntata del 6 giugno, per temi di tutt’altra natura.
Ieri, poi, è stata resa nota la data del Roma Pride 2018: l’8 giugno prossimo. E a quanto pare, i vigili del fuoco dell’USB ci saranno.
“Il Pride? Una battaglia di avanguardia”
“Questa è una battaglia di avanguardia vera – insiste Saporito – non ci possono essere diritti dei lavoratori se non ci sono i diritti delle persone. Per questo abbiamo partecipato e parteciperemo anche il prossimo anno. Io sono etero: e quindi? Non posso manifestare per la libertà? Dove sta il problema? Nelle paillettes? Quelle ricordano il modo in cui la battaglia delle persone LGBT cominciò: è giusto che ci siano e non ledono nessuno. Vorrei che nei prossimi anni ci fossero anche i colleghi degli altri corpi, in divisa. Perché è vero che partecipano già, ma non si vedono. Cosa c’è di male? Nel resto del mondo è prassi consolidata“.
Roma Pride: “Invitiamo tutto il dipartimento per il prossimo anno”
A Costantino Saporito e al sindacato USB, intanto, arriva “tutto il sostegno” del Roma Pride. “Invitiamo il dipartimento dei vigili del fuoco ad esserci, il prossimo anno, insieme ai colleghi dell’USB – dichiara a Gaypost.it il portavoce del Roma Pride Sebastiano Secci -. Ma estendiamo l’invito al ministro Minniti e alla ministra Pinotti perché aprano una riflessione più ampia sulla presenza dei corpi armati e di altri come i vigili del fuoco, a manifestazioni culturali e per i diritti civili. Assistiamo, dai pride che si svolgono all’estero, a proposte di matrimonio fatte durante le parate da persone in divisa, mentre in Italia c’è difficoltà perfino a marciare con l’uniforme, l’abito che queste persone indossano per la maggior parte della loro vita quotidiana. Questo è un segno dell’arretratezza culturale del nostro Paese che è giunto il momento di superare”.