E Sailor Moon tornerà a breve sui nostri schermi. Anzi, a dire il vero, sui nostri monitor. Come i fan già sapranno, sul canale web Nico Nico è in arrivo (in data ancora da destinarsi) la terza stagione delle avventure della “paladina che veste alla marinara”, in edizione Crystal. Questa versione è stata appositamente creata per la rete e le prime due stagioni trasmesse già da due anni, in occasione del ventennale del manga che nei primi anni novanta spopolò dapprima in Giappone e poi nel resto del mondo, soprattutto nella trasposizione in tv.
Un “anime” che, visto con gli occhi di adesso, si rivela incredibilmente gender. Chi ha visto le stagioni originali, infatti, nella prima ricorderà benissimo la storia d’amore dei cattivissimi Lord Kaspar e Zachar, quest’ultimo “trasformato” in donna proprio nell’adattamento italiano per dissimulare la relazione tra i due e per giustificare le sue sparizioni tra i petali di fiori. E ancora, nella terza stagione ricordiamo le guerriere Sailor Uranus e Sailor Neptuno, lesbiche e fidanzate ma – miracoli del doppiaggio – “riconvertite” in inseparabili amiche, sempre mano nella mano (e pazienza se una delle due è anche un po’ butch).
Il colmo dei colmi, tuttavia, lo si raggiunge nella stagione finale. Perché dalle profondità dello spazio arrivano ben tre nuove guerriere, non solo dalla mise un po’ leather ma anche dall’identità di genere abbastanza fluida: in abiti civili, infatti, le Sailor Starlight sono niente meno che cantanti maschi! Poi, durante la trasformazione, questi stessi cambiano sesso. Per i nostri adattatori, tuttavia, è sembrato più credibile rinchiudere nei corpi dei tre personaggi le loro “sorelle gemelle” che vengono fuori solo al momento della metamorfosi. Poi quelli deviati saremmo noi gay…
Situazioni, tutte queste, che provocarono non pochi mal di pancia alle solite associazioni di genitori cattolici. Il rischio di confondere i bambini e la loro identità sessuale, a sentir loro, era totale.
Subodorò la questione la psicologa Vera Slepoj, che lapidaria sentenziò: «Sailor Moon è un’eroina dotata di una grande forza, una donna che comanda. È un personaggio molto ambiguo, con tratti maschili. Tutto ciò crea disturbi nei bambini, li confonde proprio in un’età in cui hanno un grande bisogno di modelli da imitare». Insomma, negli anni novanta se guardavi le avventure di Usagi e delle sue amiche, ed eri maschio, c’era il rischio di crescere finocchio. Con argomentazioni che oggi, nel 2016, in bocca a un Amato o a una Miriano qualsiasi, sarebbero bollate senza troppe difficoltà come medievali e prive di qualsivoglia evidenza scientifica.
Nella certezza che la visione di questa nuova serie non farà altro che rapire chi ancora non conosce la principessa della Luna e le sue amiche, senza alterare di una virgola orientamenti sessuali e identità di genere di chicchessia – e fidatevi: quando vedevo la prima versione dell’anime ero già gay, mentre mia sorella è rimasta irriducibilmente etero – la terza stagione si preannuncia ancora più esplicita di quella andata in tv negli anni ’90. Basta vedere il video (che trovate qui di seguito), che ritrae proprio Haruka e Michiru, le due guerriere Sailor del sistema planetario esterno, in tutto il loro amore. Il resto lo vedremo con l’inizio delle nuove puntate. E ne vedremo delle belle, in ogni senso.