Arriva dalla Francia una notizia che farà molto discutere: l’azienda Fireworld ha infatti prodotto uno spyware che permette ai genitori di spiare i propri figli per scoprirne l’eventuale omosessualità. L’operazione è stata definita, dalla stampa francese, «azzardata, moralmente riprovevole e soprattutto illegale». Ma non solo: per pubblicizzare la vendita del software, l’azienda avrebbe utilizzato cliché e linguaggio fortemente omofobici.
Violazione della privacy
La prima accusa che si può fare all’operazione in corso è quella di violazione del diritto alla privacy. Con questo programma, infatti, si possono controllare a distanza i computer, registrare le sequenze di tasti e le password, attivare la webcam e fare registrazioni audio, ecc. Tutto questo a prezzi che variano dai cinquantacinque ai centocinquantacinque euro. Fatto non nuovo, per Fireworld, che ha progettato spyware similari per scoprire se “la moglie ti tradisce” o per spiare i propri dipendenti. Azioni, queste, che però nello Stato francese sono considerate illegali.
Cliché omofobici
Un secondo aspetto problematico è quello della pubblicità al prodotto, condotta attraverso il richiamo a stereotipi e a un linguaggio che rasentano – per usare un eufemismo – una profonda omofobia linguistica. Sulla pagina web “”Savoir si mon fils est gay” (Sapere se mio figlio è gay), poi cancellata, si suggeriscono una serie di indicatori di omosessualità: seguire cantanti che piacciono alla comunità Lgbt, non seguire il calcio, non vedere mai i propri figli (maschi) insieme ad una ragazza, ecc. Di fronte a questi sospetti, c’è un modo sicuro «per scoprire la verità»: ovvero, il loro software a pagamento.
Le reazioni politiche e le giustificazioni del sito
Il sito web ha tentato, dal canto suo, di giustificarsi facendo ricadere la responsabilità su un collaboratore esterno, che avrebbe scritto i contenuti della promozione: «Questo articolo» dichiara la Fireworld «non riflette le idee dell’azienda». Il misterioso collaboratore, si legge ancora, verrà contattato al ritorno dal periodo di ferie, che avverrà intorno il 27 agosto. Nel frattempo si registrano le reazioni contrarie da parte della politica. La Segretaria di Stato per l’uguaglianza di genere, Marlène Schiappa, ha scritto un tweeting cui denuncia l’omofobia e il sessismo, oltre che la persistenza degli stereotipi del genere, che stanno in operazioni commerciali come questa.