Il Rosatellum, la legge elettorale approvata oggi in Senato con il voto di fiducia, “porta con sé delle conseguenze che certamente non piaceranno ai sostenitori della teoria gender”. Lo ha detto oggi durante il dibattito di Palazzo Madama il senatore Gaetano Quagliariello. Per il senatore di Idea il punto è che le preferenze di genere (ovvero l’obbligo di indicare due candidati, un uomo e una donna), obbligherebbe le persone a definirsi come maschi o come femmine in contrasto a quello che, a suo dire, sostiene la “teoria gender”. Ecco il video dell’intervento:
La risposta di Lo Giudice
Gli ha risposto, su Facebook, il senatore Sergio Lo Giudice (PD) secondo cui quella di Quagliariello è “un’astrusa argomentazione”. “Ricordo a Quagliarello che quello che lui chiama ‘teoria Gender’ è la stessa riflessione sulle differenze e sui ruoli di genere che ha prodotto nel tempo le misure di contrasto alle discriminazioni delle donne nella società, sul lavoro e in politica, di cui le quote rosa sono diretta conseguenza – ha aggiunto Lo Giudice -. Saremmo al ridicolo se dietro queste parole non ci fosse in filigrana un senso di disprezzo per quelle donne e per quegli uomini costretti da una legge inadeguata a percorsi tortuosi per affermare, appunto, la propria identità sessuale”. Il riferimento è alle persone trans che ancora oggi devono seguire un lungo iter per potere vedere riconosciuto il proprio genere di elezione.
“Il mio pensiero – ha concluso Lo Giudice – va alla giovane Olimpia, nata Lorenzo, diciotto anni a dicembre, che, grazie a una sentenza innovativa e nonostante i ritardi del legislatore, ha ottenuto il cambio anagrafico di sesso senza operazione chirurgica. Olimpia potrà votare per la prima volta in primavera secondo la sua nuova identità femminile. E questo è un bel segno di un’Italia che, a poco a poco, sta cambiando”.