Il weekend appena trascorso è stato funestato da ben due episodi di omofobia, entrambi accaduti a Roma. O almeno, due sono quelli al momento noti. A denunciare il primo è Angelo Recchia, 23 anni, ballerino, che sabato sera avrebbe voluto trascorrere la serata al Lanificio, nel quartiere Pietralata della Capitale. Angelo racconta su Facebook di essere andato sul posto insieme ad altri due amici. Una lunga fila per entrare, li costringe ad aspettare fuori per circa mezz’ora.
“So tutti froci”
Quando stava quasi per arrivare il loro turno e i tre si trovavano davanti alla transenna, il buttafuori avrebbe esclamato: “Sta a diventà un mondo de merda.. SO TUTTI FROCI, pensa che persino i FROCI mo se ponno sposà…”. “Urlava verso la gente in fila – spiega il ballerino a Gaypost.it -, come se fosse stato un comico che intratteneva il pubblico. L’ho fissato, sperando che capisse quello che aveva appena detto, ma niente”. Increduli, i ragazzi decidono di andare via e di spostarsi in un altro locale, poco distante, il Coropuna. Ma lo scenario che gli si presenta davanti non è molto diverso, con la differenza che lì non c’erano file.
Vietato l’ingresso anche nell’altro locale
“Ad attenderci, il “buttafuori/direttore di casting” – scrive Angelo sul proprio profilo – che dopo uno scanner da capo a piedi ci fa: “vi serve qualcosa?”…noi quasi incapaci di rispondere ad una domanda simile all’ingresso di un locale balbettiamo …: “vorremmo berci una cosa”.
Lui, senza neanche guardarci risponde “mmmm.. no … siete vestiti troppo sportivi”.
IO che in passato ho frequentato il locale ed IO che non so neanche come ci si vesta in modo sportivo, come lui, scannerizzo la gente che aveva passato “il casting” e sbirciando dalla porta vedo solo degli stivali bianchi al ginocchio tacco 3 e nessuno smoking!”.
“Io ormai saturo e carico dallo spiacevole accaduto precedente – continua -, esordisco con :”FORSE PERCHÉ SONO GAY?”… Lui, come se lo avessi beccato sul fatto ribatte dicendo che era una mia teoria e SENZA SMENTIRLA continua a mugugnare cose e parole.. forse lettere”. Ed effettivamente, sull’evento Facebook della serata del Coropuna non si parla di un particolare abbigliamento. Anzi si legge: “ingresso libero”.
“Non mi era mai successo prima”
“Non mi era mai successo di essere trattato così fuori da un locale – spiega Angelo a Gaypost..it -. Eppure non era la prima volta che andavo in quei due locali. Per altro, il Lanificio è conosciuto per fare serate gay-friendly. Non sabato, evidentemente. E poi mi sono ricordato che tempo fa un mio amico mi ha raccontato che dal Coropuna l’hanno mandato proprio al Lanificio che quella sera faceva un evento gay-friendly. Eppure era vestito elegantissimo!”.
“Mortificati – conclude Angelo – siamo andati a mangiare un panino”.
“Sono lo stesso, ma non sono uguale”
Su Facebook il ragazzo chiude il suo racconto con uno sfogo che esprime tutta la sua rabbia:
“Io mi chiamo Angelo Recchia, tra 10 giorni avrò 24 anni. Sono un ballerino italiano che ama il suo lavoro ed ancora prima la sua vita!
Sono lo stesso che a 12 anni quando andava a scuola, a dargli il buongiorno c’era :”ANGELO RICCHIONE FACCIA DA COGLIONE”.
Sono lo stesso che aveva paura a salutare i maschi perché non sapeva dare il 5.
Sono lo stesso che piangeva e non parlava.
Sono lo stesso che come tanti mangia, beve e caga.
Sono lo stesso ma non sono UGUALE”.
Gaypost.it ha provato a contattare entrambi i locali, ma non è stato possibile parlare con nessuno dei responsabili.
Il secondo episodio, domenica sera
Il secondo episodio è avvenuto domenica, sempre a Roma, e a raccontarlo è Cristiana Alicata, ingegnere, membro del consiglio di amministrazione di Anas e per lungo tempo esponente di spicco della comunità lgbt interna al Partito Democratico.
Alicata racconta che ieri sera si trovava a…. quando, mentre scendeva dalla macchina, è passato uno di quegli autobus a due piani che vengono noleggiati e trasformati in discoteche mobili per feste private. In quel momento, una voce dal secondo piano dell’autobus urla “a lesbica!”. “È la prima volta in vita mia” spiega.
“Perché lo ha gridato?”
“Lui mentre l’autobus passava – racconta Alicata su Facebook – ha aperto il finestrino e mi ha apostrofato. Ha dimostrato per la sua età una sensibilità estrema (in pochi secondi mi ha visto ed ha capito, senza che io stessi facendo nulla, ero solo in piedi in mezzo alla strada) e nello stesso tempo un’attenzione per i dintorni non scontata. Guardava il mondo fuori invece che gli amici o le ragazze dentro. Perché lo ha gridato? Perché vedermi gli ha messo in discussione qualcosa che ha dentro? Glielo ha suggerito qualcuno per sfidarlo? Aveva la ragazza che gli piace vicino? Non lo so ma spero che questa sua sensibilità al mondo si trasformi in qualcosa di positivo”. Più una provocazione che una considerazione, spiega ancora. E conclude: “Buona settimana Italia, di certo non stai diventando un Paese migliore. O almeno, non sembra”.