È cominciata ieri, a Monte San Savino in provincia di Arezzo, la seconda edizione del Festival dei Diritti, appuntamento curato dalle Officine della Cultura e fortemente voluto dall’amministrazione locale, guidata dalla sindaca Margherita Scarpellini – riconfermata lo scorso maggio per la lista civica di centro-sinistra “Per Monte San Savino” – e dall’assessora alla scuola, alle politiche sociali, alle pari opportunità e alle politiche giovanili, Erica Rampini. Un festival che parte dalla provincia e che si rivolge alla comunità toscana, arcobaleno e non.
Alfabetizzare la società ai diritti
«Il comune di Monte San Savino è stato il primo comune della provincia ad aderire alla rete Ready» confida Rampini a Gaypost.it. «La regione Toscana l’anno scorso ha destinato una parte del proprio bilancio ai comuni partner di questa rete. Ho sempre pensato che in un comune piccolo come il nostro si dovessero creare iniziative culturali, semplici, ironiche e alla portata di tutti e tutte» dice ancora «perché in alcune realtà di Italia si deve fare alfabetizzazione, prima di creare sportelli o altri servizi, sicuramente importanti, ma che non sarebbero compresi» senza un lavoro di preparazione, alla base.
Questione Lgbt e non solo
«La seconda edizione» dichiara ancora l’assessora «nasce dallo stesso principio, ma quest’anno l’amministrazione ha destinato risorse proprie, soprattutto per la parte teatrale». Ed infatti il programma del festival è molto ricco e prevede non solo la presentazione di libri e ospiti prestigiosi, come Amanda Sandrelli o Piergiorgio Paterlini, solo per fare due nomi del mondo della cultura italiani, ma appunto un’importante spazio è occupato dal teatro. E non solo. I temi in campo sono molti: «Il taglio che abbiamo voluto dare è diverso, cioè indagare a 360 gradi la sfera dei diritti. Quindi non solo quelli legati al mono Lgbtqi* ma anche altri come la parità tra i sessi, la lotta contro la violenza di genere o l’immigrazione».
La risposta della comunità
Una prova importante, proprio perché in provincia. Un territorio non ancora del tutto aperto a certe tematiche, come ricorda Rampini: «La comunità, sicuramente, non ha risposto subito positivamente, anzi le polemiche ci sono e ci saranno, e fanno parte del gioco. Ma credo che il ruolo di un amministratore sia quello di parlare di certi temi e di educare al rispetto». Magari, si confida ancora Rampini «i risultati non si vedranno subito, ma sono sicura che tra qualche anno i semi che abbiamo seminato daranno dei frutti».
Un coming out, frutto del festival
Frutti che stanno cominciando ad arrivare, proprio grazie alla prima edizione: «Durante la campagna elettorale un ragazzo di Monte San Savino mi ha scritto un messaggio ringraziandomi per quanto avevo fatto. Grazie alla mia azione, per anni assente, aveva trovato il coraggio di fare coming out!» E sorride, Erica, mentre pensa ad aver contribuito a liberare una persona dai pregiudizi che la tenevano imprigionata in una finzione dell’essere. «E questo, per me, è motivo di orgoglio. È qui che comprendi la missione sociale del tuo ruolo».