Una nuova sentenza conferma la possibilità per una coppia gay di adottare un bambino, sebbene all’estero. La Corte d’Appello di Genova, infatti, ha confermato la trascrizione di un’adozione fatta in Brasile da una coppia di uomini uno dei quali è italo-brasiliano.
La coppia risiede in Brasile e nel 2016 aveva chiesto all’ufficiale di stato civile del comune dell’ultima città dove i due hanno risieduto in Italia. La trascrizione era stata negata con la motivazione che sul caso doveva esprimersi il Tribunale per i minori. La coppia, a quel punto, si è rivolta ai legali di Rete Lenford. La vicenda è arrivata fino alla Corte d’Appello che ieri ha emesso un’ordinanza in cui accoglie la richiesta della coppia.
Rispettato il diritto internazionale
La vicenda non è identica a quella per cui qualche mese fa fu il Tribunale di Firenze a riconoscere l’adozione da parte di una coppia di due uomini.
In questo caso, infatti, la sentenza a favore dei due uomini era stata emessa in Brasile e uno dei due padri adottivi è brasiliano. Secondo il diritto internazionale, dunque, l’atto avrebbe dovuto essere trascritto automaticamente.
“Entrambi i padri confidavano nell’esito positivo del ricorso, soprattutto perché è loro intenzione chiedere il riconoscimento in Italia anche della sentenza con cui in Brasile hanno adottato un’altra bambina – ha commentato l’avvocata Susanna Lollini che ha assistito la coppia -. J di cinque anni e P di otto, sono diventati fratelli con l’adozione ed è importante che restino tali anche per la legge italiana”.
Una seconda adozione in famiglia
Con l’ordinanza positiva della Corte d’Appello, la speranza dei due papà è che il comune trascriva anche la seconda adozione senza dover ripercorrere l’iter giudiziario. “Ma nel caso decidesse altrimenti presenteremo un nuovo ricorso – chiariscono i due uomini -. L’importante è non farsi scoraggiare, ma chiunque abbia affrontato un percorso così difficile come quello dell’adozione, non si arrende tanto facilmente! Ringraziamo l’Avvocata Susanna Lollini che ci ha seguito e Rete Lenford che da anni si batte per il riconoscimento dei diritti delle persone omosessuali e delle loro famiglie”.