Il testamento biologico di Marina Ripa di Meana: il diritto di morire senza “inutili sofferenze”


Sapeva che non le restava molto da vivere, Marina Ripa di Meana. Così pochi giorni fa ha registrato questo videomessaggio, un testamento biologico che racconta, dopo lunghi anni di battaglia contro il cancro, il lucido desiderio di morire senza “inutili sofferenze”.

Ho qui un messaggio da leggere per tutti voi italiani. Io l’ho scritto ma, purtroppo, non sono in grado di arrivare a leggerlo perché per me parlare oramai non è più possibile. Incarico perciò la mia amica Maria Antonietta Coscioni che vada avanti con la lettura di questa lettera, che è determinante per le mie intenzioni.
[legge Coscioni] Dopo Natale, le mie condizioni di salute sono precipitante. Il respiro, la parola, il mangiare, alzarmi, tutto ormai mi è difficile, mi procura dolore insopportabile. Il tumore ormai si è impossessato del mio corpo ma non della mia mente, della mia coscienza. Ho chiamato Maria Antonietta Farina Coscioni, persona di cui mi fido e stimo per la sua storia personale per comunicarle che il momento della fine è davvero giunto. Le ho chiesto di parlarle, lei è venuta. Le ho manifestato l’idea del suicidio assistito in Svizzera ma lei ha detto che potevo percorrere la via italiana delle cure palliative, con la sedazione profonda. Io che ho viaggiato con la mente, con il corpo per tutta la mia vita non sapevo, non conoscevo questa via. Mi ha anche spiegato che posso essere assistita qui, a casa.
Posso scegliere di intraprendere quest’ultimo definitivo tratto di strada della mia vita tra i miei affetti più cari, i miei amici, il mio mondo. Ora lo so, grazie a lei e a chi lei ha voluto parlasse con me, una dottoressa palliativista, donna dolce, forte, Luigia Clarici, che mi ha confermato, approfondito e mi ha ulteriormente spiegato quanto mi era stato detto. Ora so che non devo andare in Svizzera, vorrei dirlo a quanti pensano che per liberarsi per sempre dal male si sia costretti ad andare in Svizzera, come io credevo di dover fare.
È con Maria Antonietta Farina Coscioni che voglio lanciare questo messaggio, questo mio ultimo tratto, per dire che a casa propria o in un ospedale, con un tumore una persona deve sapere che può scegliere di tornare alla terra senza ulteriori, inutili sofferenze.
Fallo sapere, fatelo sapere!

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