“Una casinata al giorno per toglierlo di torno”. È così che il presidente di Arcigay il Cassero di Bolgona, Vincenzo Branà, inizia la sua campagna contro l’elezione di Pierferdinando Casini candidato di coalizione con il Pd nel collegio di Bologna. Una candidatura che ha fatto discutere da subito e che è diventata ancora più scomoda dopo che è stata ufficializzata la decisione di Renzi di escludere il senatore uscente Sergio Lo Giudice che proprio ha Bologna ha la sua base, specialmente nella comunità lgbt.
Quando Casini accostò gay e pedofili
Branà, che ha lanciato la campagna a titolo personale, ha coniato anche un hashtag: #nonvotareiltuocarnefice. Perché è così che viene identificato l’ex democristiano: un carnefice della comunità lgbt e dei suoi diritti. Nel post, all’hashtag si accompagna il link di un articolo del 2013 che riporta le dichiarazioni di Casini. In un’intervista rilasciata a Rtl 102.5, l’allora leader dell’Udc si dichiarava contrario ai “matrimoni gay” e faceva un accostamento tra persone omosessuali e pedofilia. Perché ripubblicare ora quell’articolo? Perché l’intenzione di Branà è quella di ricordare, con un link al giorno (una “casinata”, appunto) tutte le dichiarazioni che Casini ha fatto negli anni non solo contro le persone lgbt, ma anche contro l’aborto, i consultori, gli stranieri, le politiche di genere ecc.
“Un dovere lasciare fuori l’omofobo”
“Una sberla è una sberla, poco cambia che me la dia Berlusconi, Renzi o Grillo – commenta a Gaypost.it Vincenzo Branà -: io per istinto la schivo. C’è poco da discutere: Casini è Casini e andare contro di lui è autodifesa”. “L’aggravante – continua – è che è candidato a sinistra: significa perdere due volte. La prima perché hai perso un candidato di sinistra, la seconda perché in quel posto ci finisce un omofobo”. Poi torna sul paradosso della candidature Berini. “Incredibilmente – spiega – se Anna Maria Bernini fosse candidata all’uninominale (quindi in opposizione diretta a Casini, ndr) e vincesse, vinceremmo due volte: perché lei è a favore delle unioni tra omosessuali e delle adozioni e perché prende il posto di uno di destra, con ogni probabilità omofobo”. Ma non è uno spot alla candidata di Forza Italia, precisa. “Intanto perché è capolista al proporzionale e non all’uninominale – sottolinea – e poi perché questa legge elettorale, per come è pensata, non permette il voto disgiunto. Quindi votare lei significa votare tutta la coalizione, Lega inclusa”.