E’ iniziato lunedì scorso il procedimento dell’Ordine dei Medici di Savona contro il medico di base che nel suo studio pubblicizzava le terapie riparative per “curare” l’omosessualità. Il presidente dell’Ordine, Luca Corti, ha convocato il presidente di Arcigay Savona Mirko Principato, secondo quanto riporta il Secolo XIX, ed ha ascoltato le ragioni per cui l’associazione ha presentato un esposto contro il dottor Fabio Vaccaro.
Procedimento in fase preliminare
“Nei prossimi giorni verrà sentito il collega Vaccaro – ha spiegato al quotidiano genovese il dott. Corti -. A quel punto, verrà presentato il risultato dei due passaggi al Consiglio, verrà convocata la Commissione dell’Albo e, in quella sede, si deciderà se aprire il procedimento nei confronti del medico. Va precisato che il nostro operato è del tutto separato da quello che l’Asl savonese potrà avviare e svolgere in parallelo”.
“Grande cortesia e confronto”
Sempre al Secolo, Principato ha raccontato che “l’atteggiamento dell’Ordine è stato di grande cortesia. Al termine della relazione, in un momento al di fuori dell’ufficialità, abbiamo avuto modo di dialogare e confrontarci”.
Qualche giorno fa il dottor Vaccaro era balzato agli onori delle cronache grazie alla denuncia di Arcigay Savona perché nel suo studio era presente un manifesto che pubblicizzava non solo il libro di Luca di Tolve, ma anche il centro nel bresciano in cui le persone omosessuali vengono sottoposte alle terapie riparative.
Le terapie riparative vietate
Terapie che la comunità scientifica internazionale rifiuta ritenendole non solo inefficaci, ma anche deleterie perché puntano a “curare” qualcosa che non è una malattia.
Aumenta sempre di più, infatti, il numero degli stati che legiferano perché siano vietate, specialmente nei confronti dei minori che sono soggetti più vulnerabili.