“La priorità è abolire le unioni civili”. Così ha dichiarato l’avvocato Simone Pillon, tra gli organizzatori del Family Day, appena eletto senatore nelle file della Lega nel collegio di Monza.
In un’intervista rilasciata al Giornale di Brescia”, l’avvocato Pillon, su cui pende una causa per diffamazione sporta dall’associazione Omphalos lgbti di Perugia, ha spiegato di avere scelto la Lega perché “è in linea con le istanze del Family Day”.
“Salvini dalla parte del Family Day”
“Nel programma di Salvini ritroviamo infatti la piattaforma valoriale in cui crediamo – ha dichiarato -: dal significato di famiglia composta da uomo e donna alla lotta al gender nelle scuole, alla necessità di chiamare i genitori mamma e papà, passando per il no all’utero in affitto fino al sostegno alla natalità”.
Ma prima di tutto, per Pillon, bisogna abolire le unioni civili. “Sono diventate l’anticamera delle adozioni gay – ha detto – che a loro volta vanno così a legittimare l’utero in affitto”. Per l’avvocato, in questo non ci sarebbe alcun intento discriminatorio. Perché “le persone in privato possono agire come credono, ma il matrimonio è tra uomo e donna”.
Da Roccella a Berlusconi
Una promessa, quella di abolire le unioni civili, fatta anche in campagna elettorale da parte di altri esponenti dello schieramento di centrodestra, a partire dall’onorevole Eugenia Roccella a cui aveva fatto eco, per poi fare marcia indietro, lo stesso Silvio Berlusconi.
L’unico diritto conquistato, per di più in modo parziale, dalle persone lgbt da trent’anni a questa parte, dunque, sarebbe di nuovo in discussione.
L’abolizione è possibile?
Ma è possibile abolire la legge sulle unioni civili?
Tecnicamente sì, essendo una legge ordinaria dello Stato. La cosiddetta legge Cirinnà, però, è stata sostanzialmente un atto dovuto, dopo condanne dal parte della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. La mancanza di un riconoscimento delle coppie dello stesso sesso era considerata, infatti, una discriminazione.
Inoltre, la legge 76/2016 si fonda sugli articoli 2 e 3 della Costituzione, ovvero sui principi di uguaglianza e non discriminazione. Per di più, anche la Corte Costituzionale si era pronunciata in tal senso con la sentenza 138/2010. L’abolizione della legge sulle unioni civili, insomma, darebbe il via ad una serie di cause di altrettante coppie dello stesso sesso che si appellerebbero proprio a quei principi. E l’esito appare piuttosto scontato.