Approvato dalla giunta regionale lo scorso novembre, il testo della legge regionale pugliese contro l’omofobia è arrivato in aula ieri. E, puntuale, è scoppiata la polemica animata da chi quella legge proprio non la vuole. Il primo passo è stata l’audizione di associazioni e realtà interessate. Tra queste sia quelle favorevoli (come Agedo, la CGIL, Rete Lenford, ma anche l’Università di Bari) e anche quelle contrarie come CFC Puglia (Confederazione consultori familiari di ispirazione cristiana).
Cosa prevede la legge
La legge, sul modello della altre già approvate in altre regioni, prevede una serie di interventi per promuovere una cultura contro le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere. Interventi, ad esempio, sui luoghi di lavoro, la formazione di insegnanti e personale scolastico, ma anche la promozione di eventi culturali per diffondere una cultura di inclusione e l’attivazione di attività di supporto alle persone omosessuali, transgender e intersessuali. Il tutto per una previsione di spesa di 50 mila euro.
Le proteste dell’opposizione
Ma la legge trova l’opposizione del centrodestra, oltre che delle associazioni cattoliche. Come riporta il sito “Quotidiano sanità”, contro il ddl si è espresso il consigliere Francesco Ventola, coordinatore di Noi con l’Italia. “La Puglia delle emergenze in sanità, agricoltura, rifiuti è sotto gli occhi di tutti e la priorità del presidente Emiliano è approvare un disegno di legge contro la discriminazione e le violenze omofobe – ha dichiarato Ventola -. Si dirà… sarà anche questa un’emergenza, perché a corredo del DDL ci sono numeri e casistiche che dimostrano che viviamo in una regione dove il problema è evidente, dove l’omosessuale è oggetto di discriminazione e violenza? E invece nulla di tutto questo”.
“Non ci sono dati”
“Non un dato, non un caso, non un episodio che giustifichi l’impegno profuso su questo provvedimento – incalza – e non su altri dove con dati alla mano è dimostrato il fallimento delle politiche regionali. E allora i proponenti, Emiliano in testa, ci spieghino prima con dati alla mano la necessità di dare priorità a questo DDL e si eviti, su determinati argomenti, di fare un’eterna campagna elettorale. I pugliesi sono molto più maturi di chi li governa e lo hanno dimostrato più volte anche nelle urne!”. In effetti, Michele Emiliano è presidente della Puglia dal 2015: un ddl discusso nel 2018 appare tutt’altro che una priorità.
“Propaganda pro rete lgbt”
A Ventola fa eco Nino Marmo, consigliere regionale di Forza Italia, che parla di “pensiero unico” e “annientamento del genere”. “Due ore circa di audizioni su un disegno di legge che promulga il pensiero unico della sinistra radicale, perché il vero animo del testo non è la lotta alle discriminazioni, ma un indottrinamento ed una propaganda attiva pro rete Lgbt – sono state le parole di Marmo -. Questo tentativo di imporre una nuova ‘non cultura’ che si esplica mediante l’annientamento del genere, va in profondità: perché si punta ai luoghi di crescita e di formazione come le scuole, imponendo persino dei corsi per gli insegnanti. Ergo, non si parla più del contrasto alla discriminazione e si va decisamente oltre”.
“Rispetto per i nostri valori”
“La Regione – ha continuato – dovrebbe assumere un ruolo attivo nel concorrere a diffondere un nuovo modello, peraltro minoritario. Ci impegneremo per il rispetto dei nostri valori e delle nostre radici culturali, ma soprattutto per rispetto alla libera formazione della coscienza individuale perché compito delle istituzioni è garantire il libero esplicarsi della persona”. Coscienze libere, sì, ma forse di discriminare le persone lgbt.