Niente patrocinio alle iniziative di Omphalos lgbti. L’ha deciso il comune di Perugia che ha applicato il principio del “silenzio-rifiuto” alla richiesta fatta dall’associazione in occasione delle iniziative per la Giornata contro l’Omofobia e la Transfobia. Sulla mancata risposta il M5S e il Pd avevano presentato una interrogazione consiliare. Ieri è arrivata la risposta.
“Un grave episodio”
Firmata dall’assessore Francesco Calabrese la nota riconosce che “le iniziative organizzate negli anni da Omphalos abbiano assunto quella rilevanza”. Ma Calabrese continua ricordando che “un anno fa è avvenuto un grave episodio che non può essere banalizzato, in quanto come è dovuto il rispetto per le persone indipendentemente dall’orientamento sessuale, parimenti è dovuto il rispetto per il loro credo religioso”.
“La locandina della discordia
Il riferimento è ad una locandina preparata da Omphalos in occasione del Perugia Pride Village dello scorso anno. Nell’immagine era ritratta una drag queen con un velo bianco in testa e un cuore in mano. Una madonna? Una santa? Una suora? Per il Comune non c’erano dubbi: quell’immagine offendeva il sentimento religioso di una parte della città e andava ritirata, pur non essendoci nella locandina il logo dell’amministrazione.
Omphalos non la ritirò, mentre Palazzo dei Priori lo fece con il patrocinio al Pride.
Il caso del piccolo Joan
Erano i giorni in cui scoppiava il caso del piccolo Joan, il figlio di due donne perugine nato in Spagna a cui il Comune ha negato la trascrizione dell’atto di nascita. Il bambino rimase senza cittadinanza né diritti per più di un anno. E’ dovuto intervenire il tribunale per costringere il sindaco Romizi a trascrivere l’atto e a riconoscere il piccolo e le sue mamme.
Per Omphalos fu quella la ragione del ritiro del patrocinio: la battaglia dell’associazione a fianco della famiglia arcobaleno e contro la decisione del sindaco.
“Una spaccatura non ricucita”
Ad un anno di distanza, Palazzo dei Priori mette Omphalos in punizione citando ancora la vicenda della locandina. “Il sindaco ha preso atto di ciò ed ha chiesto pubblicamente all’associazione di fare un passo indietro – scrive Calabrese -, cancellando quell’immagine offensiva per molti. Di fronte al rifiuto da parte di Omphalos si è creata una sorta di spaccatura con ampia parte della città che ancora oggi non è stata ricucita”. E continua: “E’ per queste ragioni che si è deciso di non patrocinare altri eventi di Omphalos, ossia per mettere la città al riparo da iniziative volutamente provocatorie ed offensive del credo di molti”.
“Continueremo le nostre battaglie, da dietro la lavagna”
Dal suo profilo Facebook gli risponde il presidente dell’associazione, Stefano Bucaioni. “Ieri, per bocca dell’assessore Francesco Calabrese, abbiamo appreso che il sindaco Andrea Romizi e la Giunta comunale hanno messo Omphalos LGBTI in punizione a tempo indeterminato – scrive Bucaioni -. Se questo è il prezzo da pagare per le nostre battaglie, che sono tra l’altro costate la faccia a questa amministrazione sul caso del piccolo Joan, allora pazienza e avanti così”. “Continueremo le nostre battaglie anche da dietro la lavagna #getoverit” conclude.