La madre non accetta la sua omosessualità: è questo il motivo per cui una ventitreenne colombiana ha cercato di suicidarsi a Milano, in metropolitana. Così come riporta l’Ansa «È accaduto il 24 maggio al mattino nella stazione della Linea 1 di San Babila» sebbene la notizia sia stata diffusa solo oggi. «È stata notata mentre si sporgeva con insistenza oltre la linea gialla di sicurezza, mostrando un’agitazione che ha preoccupato due viaggiatori in attesa come lei».
La confessione a due sconosciuti
Ed è a quelle due persone che la giovane donna deve la vita: l’uomo, di quarantotto anni, e la donna, di quarantacinque «si sono avvicinati per chiederle se stesse bene e l’hanno convinta ad allontanarsi dal margine della banchina. Dopo una breve resistenza, la ragazza è scoppiata in lacrime e si è lasciata andare ai due sconosciuti, raccontando di aver pensato al suicidio poiché in continuo conflitto con la madre per il suo orientamento sessuale».
Avvertita la famiglia
La ragazza ha così desistito, forse trovando nel conforto di due sconosciuti ciò che la famiglia le nega per il semplice fatto di essere ciò che è: una donna che si innamora e che prova attrazione fisica per altre donne. La giovane colombiana è stata quindi affidata alle cure sanitarie. La madre è stata avvertita. Chissà che non comprenda quanto sia fortunata che la figlia sia ancora viva. Lesbica o eterosessuale, crediamo fermamente, non dovrebbe poi essere così importante.