Il Ministro Fontana, non pago delle polemiche scatenate dalla sua intervista di qualche giorno fa al Corriere della Sera in cui negava l’esistenza delle famiglie arcobaleno, oggi rincara la dose e in una lettera aperta pubblicata dal Tempo. “Abbiamo affermato cose che pensavamo fossero normali – scrive il ministro per la Famiglia e la Disabilità -, quasi scontate: che un Paese per crescere ha bisogno di fare figli, che la mamma si chiama mamma (e non genitore 1), che il papà si chiama papà (e non genitore 2)”. Secondo Fontana, le proteste non sono altro che “una rivolta delle élite che non ci spaventa” e “dittatura del pensiero unico”. E poi aggiunge: “Mai come in questo momento battersi per la normalità è diventato un atto eroico”.
“Una Fontana di sciocchezze”
Immediata la reazione del Circolo Mario Mieli di Roma fae del Roma Pride secondo cui il ministro ha “tolto ogni dubbio sulla sua inadeguatezza a svolgere il ruolo di ministro della Repubblica”. “Roma ha fontana di Trevi, la fontana delle Tartarughe, non si meritava una Fontana di sciocchezze simile – incalzano le associazioni -. Apprendiamo che lui si batte per “la normalità”, attendiamo con ansia di sapere in quale categoria faccia rientrare gay, lesbiche, bisessuali e trans”.
“Diamo con un certo piacere una notizia al ministro – si legge ancora nella nota -: gay e lesbiche continueranno a fare figli”.
“L’ideologia relativista”
Nella sua lettera, Fontana sostiene che “la furia di certa ideologia relativistica travalica i confini della realtà, arrivando anche a mettere in dubbio alcune lampanti evidenze, che trovano pieno riscontro nella nostra Costituzione”. E cita l’articolo 29 della Carta: «La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio».
“Al ministro servono lezioni di recupero sulla Costituzione”
Infine le due associazioni lanciano una stoccata a Fontana: “Segnaliamo volentieri al neo ministro l’esistenza in Italia della Corte Costituzionale, titolata a interpretare la Costituzione a differenza del Ministero della Famiglia, che ha chiarito senza ombra di dubbio che tutti i cittadini, comprese le persone omosessuali, hanno diritto alla vita familiare”.
“Siamo a disposizione per offrire qualche lezione di recupero al ministro Fontana – conclude la nota – in modo da evitare futuri strafalcioni. Noi la Costituzione la porteremo in piazza il 9 giugno al Roma Pride, al fianco dei partigiani che, con il proprio sacrificio, l’hanno scritta. Fontana potrebbe almeno fare lo sforzo di leggerla”.