Se il mondo delle fiction pullula di personaggi arcobaleno, lo stesso non si può dire dei film di Hollywood dove l’omosessualità sembra ancora essere un tabù difficile da quotidianizzare. È successo già con Albus Silente nel sequel di Animali fantastici ed è lo stesso destino toccato al personaggio di Zia Rodriguez, interpretata da Daniella Pineda nella celebre saga dei dinosauri Jurassic World – Il regno distrutto. Ad affermarlo è la stessa attrice.
La scienziata è lesbica, ma nel film non si può dire
«Nel film non vengono rivelate troppe informazioni riguardanti Zia» riporta MondoFox, «se non una certa conoscenza scientifica legata (ovviamente) ai dinosauri. A quanto pare, però, il personaggio della Pineda aveva una sequenza, poi rimossa, in cui veniva posto l’accento sul fatto che fosse gay». Tuttavia, la scena in cui avviene questo coming out è stata rimossa: «Pineda ha infatti reso noto che la scena tagliata dalla versione finale del film riguardava un dialogo con Owen Grady all’interno di un veicolo militare, incentrato proprio sulla particolarità che il suo personaggio non ama uscire coi maschi».
“Scena simpatica, ma l’hanno tagliata”
Pineda descrive, poi, come sarebbe stata la scena: «Guardo Chris ed è una cosa tipo: “Sì, mascella squadrata, buona struttura ossea, alto, muscoli. Non frequento gli uomini, ma se lo facessi, saresti tu. Mi farebbe schifo, ma lo farei”». Eppure questa semplice affermazione deve esser sembrata eccessiva. «Adoro il fatto che guardo Chris Pratt, il ragazzo più figo del mondo, pensando “Mi farebbe schifo, ma credo che lo farei!”» dichiara ancora l’attrice, «era simpatica come sequenza, perché era un piccolo spaccato del mio personaggio. Ma l’hanno tagliata».
Personaggi Lgbt relegati in recinti specifici
Eppure Hollywood ha dedicato più di una pellicola al mondo Lgbt. Nonostante ciò sembra che l’omosessualità o, più in generale, le sessualità che fuoriescono dal canone eteronormativo debbano essere relegate in recinti specifici. Introdurre le differenze sessuali in un contesto di quotidianizzazione all’interno della storia narrata, senza necessariamente sviluppare una storia strutturata attorno ad esse, può essere d’aiuto per “normalizzare” le stesse. Speriamo che oltre oceano superino, e al più presto, i loro tabù.