Ci sono tre ministri gay, nel “governo del cambiamento”. Due del MoVimento 5 stelle e uno della Lega. A garantirlo è Alessandro Cecchi Paone che alla trasmissione Un giorno da pecora ha rilasciato dichiarazioni in merito: «In politica è pieno di gay. Ora non sono nascosti ma in questo governo ce ne sono. Direi che, tra i ministri, ce ne sono tre». Ma a chi si riferisce il giornalista, in questo outing a metà?
Dichiararsi gay a destra, un suicidio politico
Cecchi Paone non svela i nomi, ma spiega perché è difficile ancora oggi per un politico – soprattutto per quelli di destra – fare coming out: «Se fossero leghisti, direi perché la loro posizione culturale o ideale non gli porterebbe voti» sostiene, spiegando perché nel partito di Salvini è praticamente un suicidio politico svelare il proprio orientamento sessuale. «Ma se fossero grillini dovrebbero dirlo…» aggiunge, dimenticando però che anche tra i grillini l’omosessualità non è proprio ben vista. Basti ricordare le battute di Grillo, in merito. Per non parlare del tradimento sulle stepchild adoption.
L’atteggiamento ondivago del M5S
Che Lega e M5S siano partiti piuttosto indulgenti nei confronti dell’omofobia – per non dire pienamente omofobi, come nel caso del Carroccio – è scritto nella storia recente: dall’atteggiamento ondivago dei pentastellati (per un’Appendino che fa cose egregie, in tal senso, abbiamo una Raggi il cui atteggiamento è a dir poco discutibile), alle dichiarazioni di Fontana e Salvini stesso. È perciò comprensibile il silenzio di quei politici omosessuali tra quelli file. Più facile l’outing, appunto. Governo del cambiamento, quindi, ma sull’accettazione del proprio modo di essere rimangono le vecchie abitudini. Peccato.