Volti dipinti, cartelloni con scritto “W l’amore!” e, ovviamente, colori arcobaleno un po’ ovunque: non ci sarebbe nulla di sorprendente se stessimo parlando del Bologna Pride. Questi sono, invece, gli ingredienti di una polemica che ha avuto origine il giorno prima del pride, venerdì 6 luglio, in un centro estivo della periferia bolognese.
In vista della manifestazione dell’orgoglio del giorno successivo, le educatrici del Centro gestito dalla cooperativa Coop Dolce hanno svolto delle attività per parlare di come l’amore possa essere variegato e di come esistano tanti tipi di famiglie. Oltre ai cartelloni e ai volti colorati di arcobaleno, durante la giornata sono state lette alcune fiabe per bambini come “Piccolo uovo”. Quando i genitori sono andati a riprendere i piccoli, le reazioni sono state contrastanti.
Il Resto del Carlino ha raccolto alcune voci: da chi spera che la figlia “non abbia riportato alcun trauma”, aggiungendo “per fortuna non è nell’età di capire”, a chi ammette che “ci sono anche genitori che non sono affatto contrari e che quindi non si sono scandalizzati” ma pensa “che trattare temi così sensibili senza chiedere un parere ai genitori sia inopportuno”.
Cautela da parte del presidente della cooperativa, Pietro Segata, che promette un approfondimento: “Ai nostri operatori dico sempre che sui temi etici dobbiamo tenere una distante attenzione. A maggior ragione quando si hanno di fronte famiglie e bambini. E questo aspetto forse è stato sottovalutato”.
Sulla vicenda è intervenuto Sergio Lo Giudice, ex senatore PD e presidente onorario di Arcigay”: “Credo che la scuola sia il posto giunto per parlarne, ma sempre con il pieno coinvolgimento delle famiglie”. “Comprendere e accettare tutti i tipi di diversità, da quella sessuale a quelle religiosa o etnica, -prosegue l’ex senatore- è un percorso che inizia da qui. Tra l’altro, sono concetti che i bambini capiscono molto meglio e più in fretta degli adulti, perché non hanno tutti i loro pregiudizi”.