«Oggi mi sarebbe tanto piaciuto pubblicare le belle foto del pride di Napoli, come di abitudine in questa stagione, ma non ci riesco» comincia così l’amaro sfogo, pubblicata sulla pagina The Right To Provoke, da parte dell’attivista Andrea Giuliano, che denuncia l’ennesima aggressione subita da parte di due sconosciuti, per omofobia. La bella giornata del Napoli Pride, leggiamo ancora «si è purtroppo trasformata in una serata da incubo e in una nottata al pronto soccorso grazie alle due care persone che vedete fotografate qui».
L’aggressione al rientro dal pride
Ma cosa è successo davvero? «Accuse, grida, insulti, spintoni» dichiara Andrea. «La mia faccia schiacciata sul cofano di un taxi, gli occhiali da sole rotti, i manici della borsa spezzati. E poi le botte in testa, sulle costole, le mani che mi afferrano e mi tirano per la barba». Giuliano stava rientrando dalla manifestazione e aveva con sé i vestiti usati per il pride, abiti femminili, e ancora il trucco in faccia. Il motivo scatenante, sarebbe stato l’essersi affacciato poco vestito la mattina stessa, dalla camera in cui alloggiava. «Mi sono sporto sul balcone letteralmente per qualche secondo, nudo. Mentre rientro in camera sento un urlo, ma non capisco né di cosa si tratta, né da dove viene».
Un intero quartiere in subbuglio per un asciugamano
Affacciarsi senza niente addosso ha provocato, insomma, una certa confusione nel quartiere in cui alloggiava, anche se per pochissimi secondi, pensando di non essere visto da nessuno. «Nel giro di mezz’ora vengono chiamati i condomini, l’amministratore e il proprietario dell’alloggio in cui stavamo» scrive ancora Andrea. «Ricevo la telefonata del proprietario dell’appartamento, gli racconto quello che ho fatto, la telefonata finisce con lui che dice che forse è stato tutto un inutile allarme». Tutto finito, quindi? Non proprio.
Le botte, per “difendere i bambini”
I due assalitori aspettano Andrea al varco: «Quasi 12 ore dopo, di ritorno dal Pride, mi trovo verbalmente aggredito da una sconosciuta che mi dice “Fai schifo, come ti permetti, qui ci sono bambini!” e da un pazzo furioso che mentre mi attacca mi dice “Io ti ammazzo, m@ngoloide, fr@cio!”». La nudità di Andrea Giuliano, il trucco in viso e l’essere gay è stata una combo inconcepibile per chi tutela “i diritti dei bambini”. «Sarei proprio curioso di capire in quale realtà degna di essere chiamata civile si può insegnare ai bambini che va bene prendere a botte sconosciuti, sorprendendoli alle spalle, ma che nessuno si azzardi mai a stare nudo in camera propria, e guai se si osa portare il proprio corpo sul (proprio) balcone».
Una militanza in nome dell’antifascismo
Abbiamo contattato personalmente Andrea, che si è detto arrabbiato e dolorante per l’aggressione: «Mi trovavo a Napoli proprio per un documentario su disabilità». La violenza subita rievoca il suo passato in Ungheria, dove è stato preso di mira per le sue battaglie politiche: «A inizio mese sono passati quattro anni da quando sono diventato bersaglio dei neonazi, e sto ancora aspettando che la Cedu si dia una mossa», ha dichiarato ancora. Per questo motivo, Andrea ha aperto la pagina Facebook The Right To Provoke, da cui è nato un documentario in cui parla della sua storia e del suo contrasto ai neonazisti che nel paese di Orban agiscono quasi indisturbati contro le altre minoranze.