Nella seduta al Senato di oggi pomeriggio, il senatore della Lega Pillon ha esposto un’interrogazione al Ministro dell’Interno Salvini. Nella sua interrogazione Pillon, tra gli animatori del Family Day, si è scagliato contro le trascrizioni e il riconoscimento della doppia genitorialità per le coppie dei bambini arcobaleno.
L’avvocato ha parlato di una “strategia di due o tre studi legali volta a legittimare pratiche illegali e delittuose quali l’utero in affitto e il traffico di gameti”. Secondo Pillon siamo di fronte a “atti di nascita contrari al vero” in quanto, a suo dire, siamo tutti nati da un uomo e una donna.
Il senatore leghista si è dilungato in un racconto della gestazione per altri e della fecondazione eterologa per le coppie di donne come di pratiche aberranti parlando di donne “scelte tra le più povere” e di gameti comprati su Internet.
Come ribadito più volte nei suoi interventi pubblici, Pillon ha sostenuto l’esistenza di un “inalienabile diritto di un bambino di avere un padre ed una madre”.
La domanda che il senatore ha rivolto al ministro riguarda cosa Salvini intenda fare “perché i sindaci rispettino la normativa vigente”. Normativa che, in realtà, non viene violata dal riconoscimento di due genitori dello stesso, come confermato da diverse sentenze di ogni ordine e grado.
Salvini: quelle trascrizioni vanno “oltre” la normativa
La risposta di Salvini era quella che Pillon si aspettava. Secondo il ministro, gli ufficiali di Stato Civile che fino ad ora hanno rifiutato le richieste delle coppie dello stesso sesso, “hanno correttamente opposto diniego nel solco della normativa vigente”. Al contrario, sostiene Salvini, gli uffici che hanno riconosciuto due madri o due padri, sono andati “oltre”. Il ministero ha quindi chiesto un parere all’Avvocatura dello Stato per poter redigere “delle linee di indirizzo” da diramare a tutti i comuni. “Gli atti di nascita indicano la madre partoriente e il padre biologico” ha continuato Salvini. Citando l’articolo 12 della legge 40, il ministro ha ribadito che la gestazione per altri e la “compravendita di gameti” sono reato (non è chiaro se il riferimento sia solo alle coppie gay o anche alle coppie etero) e ha specificato che “finché campo” nessuna di queste pratiche sarà permessa. Ha chiuso dicendo che è intenzione sua e del Governo “dare voce in ogni sede possibile ed immaginabile al diritto di ogni bambino di avere una mamma e un papà”.
Al netto di quale sarà il parere dell’Avvocatura dello Stato, non c’è nessuno spazio, neanche di dialogo per le famiglie arcobaleno. Una posizione, del resto, già ribadita dal ministro Fontana durante un’audizione della Commissione affari sociali della Camera.