Una sentenza storica della Corte Suprema indiana ha abolito oggi, 6 settembre 2018, l’antichissima legge che criminalizzava i rapporti sessuali tra maschi adulti consenzienti. Una battaglia che la comunità lgbt indiana porta avanti da anni e che è finalmente riuscita a debellare un’antica legge eredità dell’era coloniale.
Nella sentenza, emessa dopo settimane di dibattito, c’è scritto che la Sezione 377 è “irrazionale, indifendibile e manifestamente arbitraria”.
Centinaia di pagine che includono le testimonianze di decine di omosessuali su quanto sia orribile vivere di nascosto la propria vita, come provochi depressione, persecuzioni, abusi e l’impossibilità di fare un coming out che si trasforma, inevitabilmente, in una auto-denuncia.
Un precedente per altri stati
“Questa sentenza è enormemente significativa” ha commentato al New York Times Meenakshi Ganguly, direttore di Human Rights Watch per l’Asia del Sud. Rappresenta, infatti, anche un precedente per tutti gli altri paesi che sono ex colonie e in cui vigono leggi simili a quella appena abolita in India.
Tutta colpa dei coloni inglesi
Come ricorda il NYT, l’India è un caso particolare. L’Induismo, che è la religione predominante, è molto permissiva con le coppie dello stesso sesso. Templi antichissimi contengono rappresentazioni di incontri tra individui appartenenti allo stesso genere e alcuni miti indù parlano di uomini incinti.
La cultura indiana è profondamente cambiata durante la dominazione britannica. L’India divenne colonia inglese sotto la regina Vittoria sotto cui vigeva una morale molto rigida e conservatrice.
Nel 1860 gli inglesi introdussero nel codice penale indiano la Sezione 377 che prevedeva la condanna a morte per “chiunque abbia volontariamente relazioni carnali contro l’ordine naturale”. La legge era comunemente applicata alle coppie di uomini che facevano sesso tra loro, ma era applicabile a chiunque facesse sesso anale o orale.
Decenni di persecuzioni
Col passare dei secoli sempre più persone hanno fatto coming out e quella per abolire la Sezione 377 è diventata la battaglia preminente della comunità lgbt indiana che, grazie al supporto di alcuni avvocati per i diritti umani, è riuscita ad affermare il principio secondo cui si tratta di una legge anacronistica e pericolosa, oltre che inconsistente dal punto di vista giuridico.
A causa della Sezione 377, per decenni le persone omosessuali e trans indiane sono state perseguitate e vittime di violenze.