Lo scorso sabato, Jacob Alexander si è tolto la vita. Il giovane, promettente designer, nel 2016 fondò The Positive Project, un movimento per parlare di HIV e combattere lo stigma contro le persone sieropositive.
The Positive Project
Il suo progetto era caratterizzato da un’app che riuniva la sua community, ALXNDRARMY, e una linea di t-shirt, riconoscibile grazie all’iconica croce rossa, i cui ricavi sono destinati alla ricerca per combattere il virus.
L’obiettivo di The Positive Project, scriveva Jacob, “è quello di illuminare positivamente il virus HIV e coloro che lo hanno [in corpo]”. Ancora oggi, “c’è un stigma attorno al virus […] le persone sieropositive sono ancora trattate in modo diverso”. La missione di The Positive Project “è quella di portare la giusta positività in giro per il mondo, vedere questo simbolo indossato sulle strade con orgoglio senza connotazioni negative”
Ora, secondo PinkNews, sarĂ la famiglia a portare avanti il progetto dove Jacob lo ha abbandonato.
Il ricordo degli amici attivisti
La notizia della morte del fondatore di Positive ha scosso i tanti attivisti lgbt e compagni di battaglie. “Sono scioccato e triste alla notizia che Jacob Alexander ci ha lasciati” ha twittato il co-fondatore di I Want Prep Now, Greg Owen.
“Ha avuto un ruolo fondamentale quando ho feci coming out e ancora, anni dopo, durante la mia transizione” lo ha ricordato Chrissie Deans, attivista trans e amica di lunga data di Jacob. “Il suo sostegno durante l’adolescenza -ha aggiunto Deans- mi ha permesso di essere la persona che sono oggi. Ma non ha fatto questo solo con me: nel corso sua vita ha aiutato tantissime altre persone e il suo sostegno come amico è ciò che lo rende davvero un eroe non celebrato”. Aveva 25 anni.