Centocinquanta milioni di brasiliani e brasiliane sono chiamati alle urne, nella giornata di oggi, per le elezioni presidenziali nel più grande paese sudamericano, nonché ottava economia del mondo. Due i candidati che si contendono la poltrona presidenziale: da una parte il candidato dell’estrema destra Jair Bolsonaro del Partito Social-Liberale (Psl) e dall’altra Fernando Haddad, del Partito dei Lavoratori (Pt). Il primo è dato in netto vantaggio, complice una situazione politica e sociale esplosiva: la corruzione del Pt e la crisi economica anche in sud America hanno aperto la strada al peggior nazionalismo.
Sulle orme di Trump e Salvini
Anche in Brasile, infatti, il leader della destra radicale ha utilizzato un linguaggio, inasprito i toni e agitato spettri che in Europa (e non solo) rientrano da tempo, e ormai, nel linguaggio comune delle forze “sovraniste”. Ovvero: il disprezzo per donne, uomini non bianchi, omosessuali e tutte quelle categorie che non si riconoscono nel paradigma di “maschio, bianco, eterosessuale e cristiano”. Insomma, anche al di là dell’Atlantico rischia di andare al potere un leader che potrebbe essere etichettato come fascista, senza grandi difficoltà. Ma cosa ha detto Bolsonaro per meritarsi questo apparentamento?
Dio, patria e brasiliani prima di tutto
Inquietanti, in primo luogo, quegli slogan che richiamano sia il linguaggio politico di Donald Trump, sia quello di Matteo Salvini: “Il Brasile prima di tutto, Dio prima di tutto” è un mix abbastanza indigesto, per chi ha a cuore la democrazia, ma di sicuro effetto in quanti hanno bisogno di riconoscersi in un contenitore identitario che fa del nazionalismo e dell’aderenza alla fede i suoi due pilastri fondamentali. Per questa ragione, Bolsonaro è già stato definito come il Trump brasiliano. In comune con il leader della Lega, ancora, la pretesa di presentarsi come “il nuovo che avanza” nonostante sia in politica da quasi trent’anni.
La posizione su donne e neri
Sulle donne, Bolsonaro è per una diversificazione di ruoli e condizioni retributive: le donne incinte, poiché restano a casa senza lavorare, devono essere pagate di meno. Ad una deputata, Maria do Rosario, durante un diverbio disse che non l’avrebbe stuprata solo perché non lo meritava. Ovviamente non risparmia nemmeno gli afroamericani, su cui così si è espresso: «Gli afrodiscendenti non servono a nulla, nemmeno alla riproduzione». E, in cauda venenum, nemmeno i gay sono risparmiati da questa spirale d’odio: avere un figlio omosessuale? «Preferirei mio figlio morisse in un incidente piuttosto».
Il kit gay e il gender a scuola
Ed è proprio il disprezzo contro la popolazione Lgbt una delle carte vincenti della campagna di Bolsonaro. L’estrema destra brasiliana si è servita, non a caso, dei social network e di Whatsapp per diffondere panico sociale e terrorismo psicologico. A cominciare, appunto, dall’omosessualizzazione forzata – tramite apposito “kit gay” – che la vittoria di Haddad comporterebbe nelle scuole brasiliane. Non ci ricorda nulla? La fake news, perché di questo si tratta, nasce da un programma di lotta all’omofobia a scuola, progettato – ma mai messo in pratica – proprio quando il leader della sinistra era ministro dell’Educazione.
La legalizzazione della pedofilia
Si ravvisa ancora terrorismo psicologico sulla pelle dei minori con un’altra fake news, per cui Haddad vorrebbe legalizzare la pedofilia: anche qui, il leader del Pt non ha mai proposto nulla di simile. In Brasile, in verità, c’è stato un controverso dibattito sull’abbassamento dell’età del consenso per i rapporti sessuali, da quattordici a dodici anni. Ma l’unico disegno di legge presentato e mai discusso è stato prodotto da un partito di destra e non certo dal Partito dei lavoratori, come invece è stato detto durante la campagna elettorale di Bolsonaro.
Biberon per indurre ai rapporti orali
Insomma, le campagne dei movimenti cattolici estremisti che in Europa sono state messe in atto contro i diritti delle persone Lgbt, hanno “fatto scuola” anche al di là dell’Atlantico e sono divenute ingrediente politico delle campagne elettorali delle destre radicali ed estremiste. Nel Tg1 di oggi, nell’edizione dell’ora di pranzo, ancora si faceva notare come tra le bufale prodotte c’era anche quella di un biberon con la tettarella a forma di pene, in modo da abituare i bambini da subito ad avere rapporti orali con uomini. Fatto che di per sé dovrebbe far riflettere anche (e non solo) sull’universo psichico di chi confeziona certe bufale. E che in Brasile, con ogni probabilità, porteranno Bolsonaro a divenire presidente.