Ancora un attacco alle persone Lgbt in Friuli Venezia Giulia e questa voce per voce diretta del governatore Fedriga, che presenta la nuova legge di stabilità della Regione. «Il FVG sarà capofila di un progetto nazionale per la valorizzazione della centralità della famiglia nella società» ha dichiarato il presidente della regione su Facebook, così come riportato dalla stampa locale. «In un contesto storico in cui il ruolo della famiglia viene posto sempre più sotto attacco» ha detto ancora il rappresentante leghista «promuovere il valore della diversità tra uomo e donna quale elemento essenziale per lo sviluppo e la coesione sociale è un obiettivo qualificante per un’amministrazione responsabile».
Valorizzare le differenze tra maschile e femminile
L’ambito d’intervento è ad ampio spettro: «Si pone l’obiettivo di mettere a sistema le pubbliche amministrazioni per diffondere in maniera capillare le politiche più virtuose sul tema in questione» precisa ancora Fedriga, che guarda al panorama nazionale. Infatti, il suo piano «prevede interventi che dovranno concretizzarsi con la creazione di una carta dei diritti utile a garantire, su tutto il suolo nazionale, servizi diffusi e percorsi informativi nelle scuole». Ed è proprio la scuola il campo di battaglia preannunciato, dove la Lega friulana vuole combattere la guerra, tutta ideologica, della valorizzazione della famiglia e delle differenze tra maschile e femminile.
Il campo di battaglia: la scuola
Nell’ambito scolastico, infatti, Fedriga vuole proporre «un percorso formativo» che ha come obiettivo la valorizzazione «della famiglia, dell’uomo e della donna, del papà e della mamma dove, proprio nella loro diversità e complementarietà si trovano attori fondamentali nella costruzione del futuro della nostra società». E non manca una stoccata contro l’amministrazione precedente: «Chi mi ha preceduto, ha aderito alla rete Ready per promuovere istanze Lgbt. Noi creiamo invece la rete famiglia».
Misura contro le persone Lgbt
Insomma, più che un’iniziativa a favore delle coppie eterosessuali sposate, sembra un progetto contro la comunità Lgbt friulana, in primis, e dell’intero Paese in secondo luogo. È ancora poco chiaro in che modo garantire i diritti di tutti i nuclei familiari – anche quelli di persone dello stesso sesso – e l’uguaglianza per tutte le componenti sociali, anche quelle arcobaleno, possa essere rischioso per la famiglia tradizionale. Di certo, insistere su tale narrazione per cui ciò che è al di fuori del matrimonio è qualcosa di pericoloso, non aiuta all’integrazione di tutte le componenti sociali. Anzi, crea omofobia e discriminazioni. Ma da un leader leghista non ci si poteva aspettare nulla di diverso.