“Non posso ancora credere che nel 2018 ci si debba occupare di affermazioni che ci riportano nel Medio Evo”. E’ la risposta, data oggi in aula a Silvana De Mari dall’avvocato Michele Potè, avvocato di parte civile per conto di Rete Lenford – Avvocatura per i diritti LGBT nel processo che vede imputata la dottoressa e scrittrice di libri fantasy per diffamazione.
“La De Mari – ha sottolineato secondo quanto riporta l’Ansa – si presenta come psicoterapeuta ma le sue affermazioni non hanno nulla di scientifico. Sono state abbondantemente superate. Già Freud aveva chiarito che l’omosessualità non può essere considerata una malattia, ma la De Mari, per sua stessa ammissione, Freud lo ha studiato poco”.
“Offese volontarie”
Secondo l’avvocato Niccolò Ferraris, che invece è il legale di parte civile per il Coordinamento Torino Pride, De Mari ha volontariamente offeso la comunità Lgtb, che ha diritto ad essere tutelata. Ferraris ha richiamato i precedenti della Corte di Cassazione su casi di diffamazione ai danni della comunità ebraica e della congregazione dei testimoni di Geova, e a una sentenza emessa nel 2015 tribunale di Milano sulla comunità rom.
“Oggi – ha aggiunto l’avvocato – il decadimento della società fa sì che chiunque ritenga di poter offendere gli altri senza pagarne le conseguenze. Ma le leggi ci sono ancora. E il reato di diffamazione non è legato alle evoluzioni della politica, ma si innesta sulla tradizione giuridica occidentale”.
La sentenza sulla querela per diffamazione presentata dal Coordinamento Torino Pride è attesa per domani. Per la dottoressa De Mari è stata chiesta una condanna ad un’ammenda di 1000 euro.