Ha intervistato un uomo dichiaratamente gay, in Egitto, e ha mandato in onda l’intervista: per questo semplice motivo, Mohamed al-Ghiety è stato condannato dal tribunale di Giza a un anno di carcere, ad una multa di tremila lire egiziane e a un periodo di stretta sorveglianza dopo aver scontato la pena in prigione. Lo riferisce l’emittente BBC.
Le accuse al presentatore
Tutto risale all’agosto dello scorso anno. La tv privata Ltc ha mandato in onda un’intervista in cui un ospite, oscurato in viso e sotto anonimato, aveva parlato della sua omosessualità, della sua relazione con il compagno e del mondo della prostituzione maschile in Egitto. Argomenti ritenuti eccessivamente scandalosi e immorali, al punto da essere arrivati alla pesante condanna. Il presentatore è stato perciò portato alla sbarra con l’accusa di promozione dell’omosessualità, istigazione all’immoralità e di disprezzo della religione.
Un regime repressivo contro la libera informazione
La condanna non è tuttavia definitiva e Mohamed al-Ghiety potrebbe ottenere una sospensione della pena dietro il pagamento di un’ulteriore ammenda di mille lire egiziane. Pesanti conseguenze anche per il canale, che è stato oscurato per ben due settimane. E che dimostrano come l’attuale regime egiziano è uno dei più repressivi contro le persone Lgbt e, più in generale, contro la libera informazione.