Tra 22 giorni Verona ospiterà il XIII Congresso Mondiale delle Famiglie.
Una manifestazione cattolica fondamentalista che condanna l’omosessualità, aborto, diritti delle donne, pornografia e promuove il nazionalismo.
Patrocinata da questo governo con la presenza del ministro dell’Interno Matteo Salvini, il ministro per la Famiglia Lorenzo Fontana e il ministro dell’istruzione Bussetti.
Proprio per questo la senatrice Monica Cirinnà ha depositato in senato una mozione che chiede la revoca di “ogni forma di patrocinio al World Congress of Families, che si svolgerà a Verona il 29, 30 e 31 marzo 2019”.
Tra le firme anche quelle dei Cinquestelle
Una mozione trasversale dove oltre le firme dei senato del Partito Democratico, presenta anche le firme di Emma Bonino, di Loredana De Petris (LEU) ma a sorpresa anche del Movimento Cinquestelle come quella di Paola Nugnes.
Patrocinio lesivo per la Costituzione
La mozione definisce “oltremodo grave, nonché lesivo dei principi costituzionali e convenzionali” che il Governo della Repubblica e la Presidenza del Consiglio dei Ministri – sia pure per il tramite di un Ministro senza portafoglio – concedano il patrocinio ad un evento “che punta a diffondere una cultura di odio e discriminazione verso le persone LGBT+, oltre che a promuovere una concezione delle relazioni familiari astorica e fondata sulla subordinazione femminile”.
“Un gruppo d’odio”
Il WCF è stato segnalato da organizzazioni per i diritti civili come il Southern Poverty Law Center (SPLC) e l’Human Rights Campaign con la dicitura di “hate group”.
Per rendersene conto basta scorrere la lista degli invitati:
spicca il nome di Dmitri Smirnov, presidente della Commissione patriarcale per la famiglia e la maternità che ha lo scopo di influenzare il parlamento russo, la Duma, promotore della legge contro la propaganda omosessuale. E poi Theresa Okafor, un’attivista nigeriana che nel 2014 ha proposto una legge che criminalizza le unioni tra persone dello stesso sesso, e Lucy Akello, Ministro ombra per lo sviluppo sociale in Uganda, ha presentato al parlamento ugandese una legge che prevedeva originariamente la pena di morte per “omosessualità aggravata”.
Mieli: “Sfiduciate i ministri”
A invitare al sostegno della mozione il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli di Roma: “Ringraziamo Monica Cirinná e gli altri senatori e senatrici che hanno accolto il nostro appello a parlamentarizzare la questione con una mozione” si legge in una nota stampa firmata dal Presidente Sebastiano Secci che rivolto ai parlamentari dichiara: “sostengano e votino la mozione contro questo Convegno e, se necessario, il Parlamento sfiduci i ministri che si presenteranno all’evento di Verona. E’ una questione di valori fondamentali dove non può reggere il vincolo di coalizione. E’ inutile indignarsi davanti ad un volantino sull’8 marzo o ai casi di femminicidio o di violenza omofoba se poi si assiste immobili davanti alla legittimazione nel discorso pubblico di contenuti ideologici che troppo spesso fanno da giustificazione morale a questi atti violenti”.