Alla cerimonia di consegna delle lauree alla Jackson State University, nel Mississippi, la first lady Michelle Obama si è scagliata contro le leggi anti-gay recentemente approvate nello stato, oltre che in altri come il North Carolina, che la moglie del presidente ha definito un passo indietro nel cammino verso il progresso perché marginalizzano un gruppo di persone per ciò che sono e per chi amano.
Ricordando agli 800 laureati presenti e alla folla di 35.000 persone le discriminazioni che proprio in quello stato gli afroamericani hanno subito per secoli, Michelle Obama ha detto: “Dobbiamo rimanere al fianco dei nostri amici: etero, gay, lesbiche, bisessuali e transgender, musulmani, ebrei, cristiani, migranti indu e nativi americani. La marcia per i diritti civili non riguarda solo gli africano-americani, riguarda tutti gli americani. Si tratta di rendere le cose più giuste, più eque, più libere per tutti i nostri figli e i nostri nipoti. È la storia che avete l’opportunità di scrivere. È a questo che questa storica università vi ha preparati”.
La first lady si è soffermata molto sull’importanza della partecipazione tramite il voto, un tempo negato ai neri, invogliando i giovani a votare: “Se rinunciamo al nostro diritto fondamentale di votare, vi garantisco che tutto il progresso per cui abbiamo lottato sarà a rischio”.
“Potete scrivere hashtag per tutto Instagram e Twitter – ha detto dal palco -, ma quei movimenti dei social media spariranno più velocemente dei messaggi di Snapchat se non vi siete anche registrati per votare, se non mandate il vostro voto per corrispondenza”.
Poco prima anche il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama aveva condannato le leggi del North Carolina e del Mississippi chiedendo che vengano abolite.
Ecco uno stralcio del discorso della first lady alla JSU.