Il Cristo Lgbt, con indosso un paio di mutande leopardate di Dolce e Gabbana, ritratto da Giuseppe Veneziani continua a far discutere.
Il sindaco Francesco Persiani, che guida la coalizione di centrodestra, ha ‘licenziato’, ritirando le deleghe con effetto immediato due suoi assessori in quota lega responsabili di aver concesso il Palazzo Ducale di Massa alla mostra “Storytelling”.
Perdono le deleghe il vicesindaco Guido Mottini (che si occupava di turismo e polizia municipale) e l’assessore alla cultura Eleonora Lama. La delega di vicesindaco è stata affidata ad Andrea Cella, attuale segretario provinciale della Lega.
Offesa la comunità cattolica
“Ho dovuto far fronte a una paurosa gaffe per quel quadro che ha offeso la comunità cattolica locale e non solo”, spiega in una nota il sindaco. E aggiunge di aver dovuto prendere la decisione “nonostante i tentativi posti in essere dal sottoscritto, e non solo, di giungere ad un percorso bonario e condiviso di uscita dalla giunta”, per le “resistenze” poste in essere, “confortato sul fatto che il rapporto fiduciario fosse irrimediabilmente venuto meno“.
La petizione fallita
Il Cristo aveva già fatto discutere l’estrema destra e fondamentalisti cattolici che bollando il quadro come “blasfemo” avevano lanciato una petizione on line, indirizzata al sindaco di Massa, Francesco Persiani, con cui si chiedeva la “sospensione della mostra”. “È un’offesa a Cristo e a tutti i credenti, è blasfemia, è vilipendio alla religione e al sentimento di milioni di persone”. La petizione si rivelò sostanzialmente un flop.
L’arte non è fatta solo di tramonti
Quando hanno chiesto all’artista, Giuseppe Veneziano, se potrebbe essere un Cristo gay, ha risposto: “Perché no? Per me gli uomini e le donne sono tutti uguali e a me non importa che orientamento sessuale hanno. Mi aspetto critiche dalla Chiesa. Mentre dipingevo questo quadro, sapevo che avrei fatto irritare qualcuno. Ma l’arte non si può permettere di rappresentare solo tramonti o fiorellini”.