Si terrà il prossimo 8 settembre a Sarajevo il primo Pride in Bosnia-Erzegovina.
Ad annunciarlo gli organizzatori, sottolineando che l’obiettivo è promuovere i diritti della popolazione omosessuale, e favorire un cambio di percezione sociale nei suoi confronti.
Le persone Lgbt discriminate ogni giorno
Ad assumere l’iniziativa del primo Pride in Bosnia, riferiscono i media locali, sono stati attivisti oltre che di Sarajevo anche di altre città: Tuzla, Banja Luka, Prijedor, Bijeljina.
“Non lottiamo solo per la nostra libertà, ma anche per quella di tutte le persone che sono discriminate. I rappresentanti dellapopolazione Lgbt sono discriminati ogni giorno in famiglia, al lavoro, nelle istituzioni, per strada“, ha detto Lejla Huremovic della ONG ‘Centro aperto di Sarajevo‘.
Evento storico
Quella dell’otto settembre diventa così per la Bosnia un evento unico. Sarà tra le ultime nazioni balcaniche ad ospitare per la prima volta un Pride. L’ondata arcobaleno ha coinvolto le vicine repubbliche jugoslave di Croazia, Serbia e Montenegro. Anche il Kosovo musulmano ha tenuto la sua prima marcia nell’ottobre 2017, con la partecipazione del presidente Hashim Thaci.
Le macerie morali sulla città
Le cronache dalla Bosnia ci riportano a una città sotto assedio. Non importa che la guerra sia finita da quasi vent’anni. Basta metterle in file e declinarle per rendersene conto.
Nel 2008, il Queer Sarajevo Festival viene attaccato da un gruppo di otto persone; minacce, insulti e feriti. La polizia interviene in difesa della manifestazione ma non basta: il Festival viene cancellato. Nel 2014 durante una una tavola rotonda sul tema “Transessualità in Transizione”, un gruppo mascherato attacca e ferisce i presenti, presi di mira soprattutto i volti noti dell’attivsmo Lgbtqi in Bosnia.
Un paese ancora ricoperto da macerie morali che non riconosce le coppie dello stesso sesso in alcun modo, e che ha depenalizzato l’omosessualità solo nel 1998.