Vladimir Luxuria a “I Lunatici”, su Rai Radio2, ha parlato del bacio con Asia Argento.
“Avevamo avuto un aspro scontro sulla questione legata al #metoo. Sia per malintesi sia perché entrambe abbiamo un carattere molto forte. Io ho fatto un passo indietro, ho chiesto scusa, ci eravamo già incontrate, avevamo già fatto pace. Io ero su un carro del Pride, avevo appena tenuto un discorso, raccontavamo la storia di due ragazze aggredite a Londra su un autobus. Ci siamo date questo bacio contro la violenza, per dimostrare che un bacio non deve far paura a nessuno, che bisogna scandalizzarsi per la violenza, non per un bacio. Un bacio non ha mai fatto male a nessuno. Si è scatenato un inferno sui social per questo bacio, ma sti cazzi! Un uomo non lo posso baciare perché sennò… una donna non la posso baciare perché sennò… ma veramente qui se uno deve stare a pensare alla reazione dei social non può più uscire di casa. Quel gesto aveva un valore simbolico e politico contro chi vede ancora in un bacio un atto di esibizionismo e trasgressione. E poi volevamo far vedere a tutti che io e Asia sul terreno della violenza di genere stiamo dalla stessa parte”.
“Parlamento pieno di gay repressi”
Nella lunga intervista rilasciata a Rai Radio2, Vladimir ha anche commentato le dichiarazioni di Imma Battaglia secondo cui il Governo “è pieno di omosessuali ipocriti”: “Questa è una questione vecchia, antica. Represso è il gay che non lo ammette a sé stesso, e quindi non fa neanche sesso. Queste sono persone che di giorno parlano della famiglia, in Parlamento gridano al padre e alla madre, poi di notte calano le braghe. Non soltanto metaforicamente. Ci sono eccome. Rivestono ruoli di potere, hanno fatto della propria ipocrisia un mezzo per incassare popolarità e potere”.
“Il Pride? Ora evento per le famiglie”
Invece sul Pride svoltosi a Roma sabato e sulle differenze di clima e contenuti rispetto al primo che si svolse 25 anni fa ha aggiunto: “Rispetto al primo pride del ’94 cosa è cambiato? Non c’erano i carri, non c’era la musica, non c’erano i testimonial, perché i personaggi famosi si facevano un sacco di paranoie a mischiare la propria immagine con le battaglie dei diritti civili per gli omosessuali. Nel ’94 andai in un ristorante a prendere Ricky Tognazzi e Simona Izzo, stavano mangiando all’aperto, li vidi, mi avvicinai e gli chiesi, visto che ci mancava un personaggio famoso, se avessero voluto fare un discorso. Loro furono favolosi, si alzarono dal tavolo, ci raggiunsero sul palco e fecero un discorso bellissimo. Oggi è diverso, c’è l’onda pride, i pride si svolgono anche in provincia e coinvolgono centinaia di migliaia di persone. E’ diminuito l’aspetto più provocatorio, legato all’esibizionismo corporeo o ai cartelli che attaccavano la Chiesa. Oggi partecipano famiglie, amici, colleghi, ci sono tanti bambini“.