Migliaia di persone hanno partecipato al Pride di Kiev, in Ucraina, sotto stretta sorveglianza di polizia ma senza incidenti, nonostante la presenza di militanti di estrema destra e religiosi ostili all’iniziativa.
Il corteo circondato dalla polizia
Come riporta l’Agence France-Presse oltre 8mila secondo gli organizzatori i partecipanti alla marcia, che con bandiere arcobaleno e vestiti “favolosi” hanno sfilato sulle grandi arterie del centro della capitale ucraina. Il corteo era circondato da un imponente cordone di polizia. Erano dispiegati anche decine di veicoli delle forze dell’ordine e agenti a cavallo.
Nove arresti
Oltre un migliaio di militanti di estrema destra e membri di organizzazioni ortodosse hanno provato a ostacolare la manifestazione, scandendo slogan aggressivi, ma sono stati tenuti a distanza dalla polizia, che ha riferito di avere arrestato nove persone. Per la prima volta ha sfilato anche un gruppo di una decina di militari apertamente Lgbt, nonchĂ© veterani del conflitto nell’est dell’Ucraina.
L’omofobia in Ucraina
L’omofobia è ancora largamente presente in Ucraina, ma le autoritĂ pro Ue, al potere dal 2014, sono determinate a mostrare la loro tolleranza, in particolare consentendo lo svolgimento dei pride diversamente da quanto avviene nella vicina Russia. Si trattava della prima sfilata Lgbt in Ucraina dall’elezione a maggio dell’ex comico Volodymyr Zelensky come presidente. A giugno del 2018 l’evento aveva raccolto a Kiev circa 5mila persone. La polizia allora aveva arrestato oltre 50 manifestanti di estrema destra che con la forza provavano a impedire la partenza del corteo. In Ucraina non c’è alcuna tutela per le unioni omosessuali e le persone LGBT sono ancora molto discriminate dal punto di vista legale, sui posti di lavoro e dalla societĂ . Secondo un sondaggio dello scorso dicembre realizzato dal think tank Democratic Initiatives, riportato da Reuters, il 47 per cento degli ucraini pensa che i diritti delle minoranze sessuali debbano essere limitati, mentre il 37,5 per cento è contrario a ogni restrizione; il 15,6 per cento non ha un’opinione.