Il successo di ieri nei 100 metri ha portato l’orgoglio sull’India intera. Perfino il primo ministro indiano Narendra Modi e il Presidente Ram Nath Kovind, oltre a tanti colleghi come Sania Mirza, la più forte tennista indiana di sempre: Dutee Chand, 23 anni, in India non è solo un’atleta tra le più brave (la prima velocista a vincere una medaglia d’oro alle Universiadi) ma è un punto di riferimento della comunità per i diritti Lgbt.
La prima indiana a dichiararsi
Prima di vincere sulla pista dello stadio San Paolo, infatti, Dutee ha dovuto combattere per affermare le proprie ragioni in un’aula di tribunale per ottenere di gareggiare tra le donne. Questo a causa dell’alto livello di ormoni androgeni nel suo corpo. Un fenomeno, conosciuto come iperandrogismo, che la accomuna alla campionessa del mondo degli 800 metri, la sudafricana Caster Semenya. Ecco perché la sua vittoria per molte persone va al di là del semplice orgoglio patrio. Dutee, infatti, ha fatto ricorso al tribunale per ribaltare la decisione con la quale le era stata imposta una sospensione dall’attività atletica a causa del suo alto tasso androgino. E dopo che la Corte Suprema indiana, con una storica decisione adottata lo scorso anno, ha legittimato le relazioni tra gay depenalizzando il reato, Chand recentemente ha rivelato la sua omosessualità divenendo la prima personalità sportiva del suo Paese di un certo spessore a rivelare il proprio orientamento sessuale.
“Su 100 campioni 5/10 sono gay”
Una scelta coraggiosa non approvata dalla sua famiglia che l’ha ripudiata. “Su un campione di 100 persone – spiega all’ANSA – 5/10 sono gay o lesbiche, ma non ce la fanno a fare coming out, e non sono capaci di rivelarsi in pubblico temendo di essere discriminati dalla società. Ecco perché c’ho messo tutte le mie forze e il mio coraggio per far sentire forte la mia voce ed essere un esempio per gli altri e spingerli a parlare apertamente di se stessi“. L’atleta indiana si proclama una grande supporter di Semenya, che sta ancora combattendo contro le regole della Iaaf che impongono agli atleti affetti da iperandrogismo impegnati nei 400, e nelle gare del mezzofondo, di abbassare i loro livelli di testosterone.
La prossima sfida
“Nel 2014 ho combattuto la mia battaglia legale – ricorda Chand che nel suo curriculum ha anche una partecipazione ai Giochi Olimpici di Rio 2016 -. Ho avuto il supporto di tanta gente in tutto il mondo, anche fuori dall’India, per superare questo problema e concentrarmi sulla mia carriera”. Per Dutee non c’è tempo per festeggiare. Oggi Chand, 167cm di esplosività, è scesa di nuovo in pista per la batteria dei 200 metri chiudendo seconda a 4 centesimi dalla prima, la messicana Aguillon Ramos. Ma non sembra crederci troppo. “Non penso di poter competere per l’oro – dice – il mio obiettivo erano i 100, la gara principale per me. I 200 vengono dopo ma sono fiduciosa e combatterò, come in tutte le mie cose, per raggiungere la finale”.