Dopo il rinvio di martedì, oggi la Commissione di Parità dell’Emilia Romagna si riunirà per votare il testo di legge regionale contro l’omotransnegatività.
L’emendamento condannato
Il comitato Bologna Pride con una nota prende posizione contro: “L’accordo raggiunto all’interno di un’ampia maggioranza” che “prevede un emendamento finalizzato a impedire l’erogazione di finanziamenti pubblici alle associazioni che “nello svolgimento delle proprie attività realizzano, organizzano o pubblicizzano la surrogazione di maternità”, come legiferato dalla legge 40 del 2004″
Il collegamento ossesivo Lgbt-Gpa
Il comitato ribadisce “il rifiuto verso qualsiasi strumentalizzazione politica che mira ad associare in modo ossessivo le discriminazioni contro le persone lesbiche, bisessuali, gay, trans+ a temi come la maternità surrogata che non è in nessun modo oggetto o correlate alla legge in discussione”
“La strumentalizzazione è evidente nel fatto che l’unico riferimento legislativo è alla legge 40 e non, per esempio, alla legge 194/78 quotidianamente sotto attacco da associazioni e gruppi integralisti e fanatici che ostacolano l’autodeterminazione delle donne. Nessun finanziamento regionale, quindi, a chi “realizza, organizza o pubblicizza la surrogazione di maternità” ma fondi garantiti a chi ostacola o umilia le donne nell’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza”
“Strumentalizzazione politica”
“Per questo condanniamo fermamente questa operazione politica” continua il Bologna Pride “che, stigmatizzando una parte della comunità LGBTQI+, inficia il senso profondo della legge”.
“Rivendichiamo la necessità di uno strumento legislativo che ci tuteli negli spazi che attraversiamo quotidianamente, come le scuole, i presidi sanitari, i posti di lavoro, uffici pubblici in cui l’omolesbobitransnegatività è sempre più evidente ed esplicita. E che metta in condizione i piccoli centri della regione di accedere a fondi che promuovano iniziative che tutelino le persone LGBTQI+”
“Facciamo appello alle consigliere e ai consiglieri che parteciperanno alla Commissione Parità a votare la legge senza gli emendamenti strumentali e ideologici che ne compromettano il valore e l’efficacia”.