La Germania condanna l’uccisione in Russia di Yelena Grigoriyeva, attivista per i diritti Lgbt, e chiede al governo russo di indagare per accertare se sia stata uccisa per il suo impegno politico.
Si faccia chiarezza
“Siamo molto preoccupati per le circostanze di questa morte”, ha detto il portavoce del Ministero degli Esteri tedesco Christofer Burger, riferendosi al fatto che Grigoriyeva ha avuto minacce. Ed ha chiesto un’indagine “trasparente ed imparziale”. “Ci aspettiamo in particolare che si chiarisca se l’uccisione di Grigoriyeva sia legata al suo impegno per la difesa dei diritti delle persone Lgbt” ha detto.
Minacciata insieme a Igor Kochetkov
Il corpo senza vita di Yelena Grigorieva è stato ritrovato ieri mattina a pochi centinaia di metri da casa sua a San Pietroburgo, in Russia. Dopo essere stata pugnalata in varie parti del corpo è stata strangolata e abbandonata dietro un cespuglio. I rappresentanti della Lgbt Network associano l’uccisione della donna alle attività del progetto omofobico Pila che si pone come obiettivo la «liquidazione dei gay». Poco prima dell’omicidio, sul sito di Pila il nome di Elena era stato aggiunto alla «lista nera» di persone per cui erano in serbo «regali molto pericolosi e crudeli». Insieme a Elena, il sito indica come obiettivi da colpire il direttore della rete Lgbtqi russa Igor Kochetkov e del centro risorse Lgbtqi a Ekaterinburg.
Le proteste e il silenzio dei media
Ieri sera si è tenuta una prima iniziativa di protesta a San Pietroburgo sulla Nevsky per ricordare Elena e chiedere sia fatta giustizia. Altre iniziative si terranno nei prossimi giorni in varie città della Federazione russa. Assordante invece il silenzio della tv di Stato e delle principali agenzie di stampa: la notizia dell’assassini.