Lo Stato del Kentucky dovrà pagare 225 mila dollari alla coppia gay a cui la funzionaria Kim Davis rifiutò i documenti per il matrimonio. Lo ha stabilito la Corte d’Appello con un provvedimento emesso lo scorso 23 agosto.
Il “no” alla coppia gay
Era il 2015 quando una coppia di uomini, dopo la storica sentenza della Corte Suprema che estendeva il matrimonio anche alle coppie dello stesso sesso, si recò in un ufficio comunale del Kentucky per chiedere la licenza di matrimonio. Per loro sfortuna, trovarono Kim Davis dall’altra parte dello sportello che, adducendo ragioni di obiezione di coscienza, si rifiutò di rilasciare il documento ai due.
Il caso fece il giro del mondo e Davis fu perfino condannata a diversi giorni di prigione per quel “no”. Nel 2017 il giudice David Bunning del tribunale distrettuale, condannò lo Stato del Kentucky ad un risarcimento di 225 mila dollari. Il giudice aveva stabilito, infatti, che dato che Davis agiva nella sua funzione di pubblico ufficiale, dovesse essere lo Stato a pagare per quel comportamento.
Il governatore tenta di scaricarla
Il governatore del Kentucky, Matt Bevin, dichiarò che la signora Davis aveva agito di sua sponte, anche se lui ne condivideva le idee.
A gennaio di quest’anno, il repubblicano Bevin, sostenne che Davis era responsabile in prima persona per il suo gesto e che quindi doveva pagare lei la sanzione.
Ora, però, un collegio di tre giudici della Corte d’Appello del sesto circuito di Cincinnati ha confermato la decisione del giudice Bunning. A pagare sarà lo stato.
Un monito
The American Civil Liberties Union (ACLU), che ha difeso la coppia, ha dichiarato a USA Today: “La corte ha lanciato un messaggio ad altri ufficiali di stato civile del Kentucky: non solo è incostituzionale usare il proprio ruolo di pubblico ufficiale per imporre le proprie idee religiose agli altri, ma può anche essere un errore molto costoso”.