Inizierà giovedì 24 ottobre in Commissione Giustizia della Camera la discussione sulla proposta di legge contro l’omotransfobia di cui è primo firmatario il deputato dem Alessandro Zan.
Non è la prima volta che si tenta l’approvazione di una norma che punisca l’odio e la violenza contro le persone LGBT+, ma in molti pensano che questo governo e questa maggioranza possano raggiungere l’obiettivo.
Cosa prevede la legge
Ma cosa prevede la proposta contro l’omotransfobia?
Composta di due soli articoli è, tecnicamente, semplicissima. In buona sostanza, aggiunge l’orientamento sessuale e l’identità di genere tra le ragioni di discriminazioni punite con la reclusione, oltre che con multe.
Ad essere modificati, se la proposta di Zan dovesse passare, sarebbero gli articoli 604 bis e ter del codice penale. Sarebbe quindi esteso il carcere fino ad un anno e sei mesi o la multa fino a 6000 euro a chi “chi propaganda idee (…) ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione (…) fondati sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere. E ancora sarebbe punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni “chi, in qualsiasi modo, istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi (…) fondati sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere”. Inoltre sarebbe “vietata ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza (…) oppure fondati sull’orientamento sessuale”. Al momento, l’articolo 604 bis include solo “motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”.
Le aggravanti
L’omotransfobia sarebbe anche inserita tra le aggravanti. L’articolo 604 ter risulterebbe dunque così: “Per i reati punibili con pena diversa da quella dell’ergastolo commessi per finalità di discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale o religioso -oppure fondati sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere-, ovvero al fine di agevolare l’attività di organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi che hanno tra i loro scopi le medesime finalità la pena è aumentata fino alla metà”.
“Discontinuità sui diritti civili”
“Ringrazio tutte le colleghe e i colleghi deputati – afferma Zan in una nota – che hanno sottoscritto la proposta”. “Sono certo che da parte di tutti i partiti di maggioranza ci sarà totale collaborazione per far approvare il testo – continua il deputato veneto, ex presidente di Arcigay Padova -: l’obiettivo è il medesimo. Il nuovo esecutivo è nato all’insegna della discontinuità con l’esperienza giallo-verde”. “La Lega di Salvini nel governo precedente aveva fatto dell’odio e del sessismo una bandiera, anche con la partecipazione al Congresso di Verona dello scorso marzo di ben tre ministri – conclude Zan-. La discontinuità quindi si conferma anche sui diritti civili ed è un’ottima notizia per un Paese che vuole essere sempre più giusto, civile e solidale. Al lavoro per colmare un vuoto e un ritardo enorme rispetto ai grandi Paesi Europei”.